Mondiale femminile tutto da vedere: 'Sarà storico'

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Un Mondiale che può cambiare la storia di uno sport, o almeno la sua parte femminile. E' la Rugby World Cup 2026 in Inghilterra, che batterà ogni record di pubblico e interesse (anche quello da parte degli sponsor), al punto che perfino il tempio di Twickenham sarà consacrato al nuovo trend della palla ovale 'rosa'. Così, anche per il fatto che l'Inghilterra è la favorita numero uno del torneo, ci si attende il tutto esaurito per la finale del prossimo 27 settembre. Quel giorno a vedere la partita potrebbero esserci 82mila spettatori, ed enorme sarà la differenza che i 17mila che nel 2017 videro dal vivo, a Belfast, la finale mondiale di quell'anno.

 Il cambiamento è nato nell'ultima edizione, quando il paese ospitante è stata la Nuova Zelanda e in totale quella Coppa del Mondo ha fatto vendere 180mila biglietti. Adesso il numero è più che raddoppiato, perché ne sono già stati staccati 375mila. Tra questi molti li hanno acquistati non solo i tanti appassionati ma anche chi semplicemente vuole assistere ai match degli Usa per vedere in azione dal vivo Ilona Maher, stella dei social più che del rugby (dove comunque si disimpegna bene), con oltre 9 milioni di social fra Instagram e Tik Tok, e i cui video alle Olimpiadi (pratica anche il Seven) in cui mostrava la vita al villaggio atleti divennero virali durante i Giochi. Ora alla Maher, molto apprezzata dagli sponsor perché è riuscita a dimostrare che si può giocare al rugby mantenendo la propria femminilità, sono arrivate ricche offerte per dedicarsi alle Arti Marziali Miste ma per ora le ha respinte, aggiungendo però un significativo "vedremo...".

A questa autentica festa del rugby femminile, per la quale è stato approntato anche un programma di supporto per la salute mentale perché, hanno spiegato gli organizzatori "le atlete hanno il 30% di probabilità in più di subire abusi sui social media rispetto ai loro colleghi maschi", partecipa anche l'Italia, team di tutto rispetto visto a fine luglio era salita fino al n.6 del ranking di 'World Rugby', la federazione mondiale. Le azzurre del ct Fabio Roselli fanno parte del gruppo D con Sudafrica e l'esordiente Brasile, le cui giocatrici sul campo si ispirano a Yara (di cui portano l'immagine nello stemma sulla maglia), madre dei fiumi e guerriera guarani il cui canto 'irrestisce' gli avversari, e in questo caso magari eviterà di subire troppe mete. Poi c'è la Francia, e proprio contro le francesi le azzurre esordiranno in questo Mondiale domani a Exeter (alle 21.15 ora di Roma, diretta tv su Rai Sport).

"Abbiamo lavorato tanto - dice la tre quarti-ala Aura Muzzo, alla vigilia del suo terzo Mondiale -, ma ora penso alla bellezza di questo momento. Entusiasmo è il giusto modo per descrivere questa fase. La prima partita è sempre più vicina: è tutto quello per cui ci siamo allenate durante l'estate, tra impegno fisico e mentale. È arrivata la parte più bella di questo percorso. In termini di squadra vorrei prima di tutto che ci fosse del divertimento". "La Francia? Mi aspetto una partita interessante, bella da guardare per chi sarà fuori - aggiunge -.Nei precedenti mondiali, in In Irlanda e Nuova Zelanda, per me sono stati due percorsi diversi, e ricchi, e mi hanno lasciato qualcosa come persona e come atleta". Ora invece, e lo dicono i numeri, il cambiamento sarà globale.
   

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