I Suns ottengono in cambio sei scelte di futuri Draft, dunque giovani per i prossimi anni, e nell’immediato Jalen Green e Dillon Brook: la trade tecnicamente verrà ufficializzata il 6 luglio
Riccardo Pratesi
22 giugno - 20:33 - MILANO
Kevin Durant giocherà la prossima stagione per gli Houston Rockets. L’ala 36enne lascia Phoenix, e non è una sorpresa, era sul mercato, e viene scambiato con i texani che aggiungono così pericolosità sul perimetro, un realizzatore da ultimo tiro ed esperienza a una squadra giovane, ma già ambiziosa. I Suns invece ricostruiscono. Non potevano pretendere la luna: Durant sarebbe andato in scadenza nel 2026 e non è appunto più un ragazzino. Ottengono in cambio sei scelte di futuri Draft, dunque giovani per i prossimi anni, e nell’immediato Jalen Green e Dillon Brooks. Trade che ha una logica per tutti, insomma. Durant era corteggiato anche da Miami, San Antonio e Minnesota. La trade tecnicamente verrà ufficializzata il 6 luglio.
lo scambio
—
Il dettaglio: Durant va a Houston per Green, 23 anni, guardia realizzatrice, 21 punti di media nell’ultima stagione, gran talento, ma parecchio inaffidabile, Brooks, guardia-ala di 29 anni, specialista difensivo canadese, la scelta numero 10 del Draft 2025 e cinque scelte di secondo giro di futuri Draft. Nello specifico la chiamata n. 59 di questo imminente Draft, due di quello del 2026, una di quello 2030 (da Boston) e una del 2032. Prezzo “onesto”, certo non di saldo, ma parliamo di un 15 volte All Star, decisivo a Parigi la scorsa estate con Team Usa per la conquista dell’oro olimpico, comunque 26.6 punti di media segnati la passata stagione per Phoenix, tirando col 52.7% dal campo. Durant non ha la continuità dei giorni migliori dentro la partita e di partita in partita, ma non è certo bollito. Parliamo ancora di un realizzatore eccezionale. Speciale.
PROSPETTIVA ROCKETS
—
Ma è l’uomo giusto per Houston? Come incastro tecnico assolutamente sì. Poi è il leader che mancava? Probabilmente no. I Rockets sono migliori con lui rispetto a prima? Assolutamente sì. Sono da titolo? Probabilmente no. I texani hanno chiuso la passata stagione con il secondo miglior record di stagione regolare nella Western Conference, 52 vittorie e 30 sconfitte, poi però sono stati eliminati subito ai playoff, al primo turno, dai Golden State Warriors. Avevano un gruppo di grandi giovani atleti, piranha difensivi, ma mancava loro più di qualcosa come pulizia offensiva, esperienza e pericolosità “da fuori”. Ecco, il tiro di Durant, che stima Ime Udoka, l’allenatore dei Rockets fresco di rinnovo, certo risolve l’ultimo problema. E così si libera spazio in rotazione per Reed Sheppard, scelta n. 3 del Draft 2024, sul perimetro, sacrificato da matricola. Amen Thompson può giocare anche da guardia, mentre Durant andrà a prendersi un posto da titolare da ala, l’altra probabilmente tornerà a essere Jabari Smith. E c’è pure Tari Eason da considerare. Tra l’altro l’aggiunta di Durant renderà ancora più efficace Alperen Sengun, il super centro turco, che non potrà più essere sistematicamente raddoppiato sotto canestro, adesso. Insomma, la logica dei Rockets è chiara: tutto e subito. I texani vanno all in e sacrificano, oltre a future scelte, un paio di atleti perimetrali che considerano sostituibili considerata la profondità del loro organico. Durant può giocarsi le ultime chance di titolo, a Phoenix proprio non aveva più senso. Insomma, scelta giusta o meno, questa è una scelta ragionevole, con un senso chiaro. E Durant probabilmente rinnoverà per due anni con i Rockets, post trade.
PROSPETTIVA SUNS
—
Racimolano un bel gruzzoletto per un campione che compirà 37 anni a settembre, che non voleva più saperne di restare in Arizona - reduce da una stagione di squadra disgraziata da 36 vittorie e 46 sconfitte – e che tra 12 mesi sarebbe stato in scadenza di contratto. L’esperienza di Durant ai Suns, arrivato via trade da Brooklyn nel febbraio 2023, col senno di poi va valutata come un disastro, risultati alla mano. Un’incompiuta. Ma è già tempo di guardare avanti. Green è reduce da un flop fragoroso ai playoff, ha un enorme talento atletico e tanti punti nelle mani, ma anche palesi incognite di maturità cestistica e a tutto tondo. Brooks è un “cagnaccio”, pur coi suoi limiti tecnici è giocatore che vuoi sempre dalla tua parte, che non ti lascia mai a piedi: lotta, difende, non ha paura sotto pressione. La decima scelta del Draft di mercoledì 25 giugno, tra tre giorni, è stuzzicante. Parliamo di un Draft profondo, di qualità. Certo Devin Booker, Jalen Green e Bradley Beal come incastro tecnico sono un disastro, ma i Suns nei prossimi giorni proveranno a scambiare pure Beal, a costo di aggiungere lauta mancia. Se qualcuno ci casca…