Koleosho ci porta avanti, rosso a Gnonto e la Germania sorpassa. Cacciato anche Zanotti, ma su punizione pareggiamo. Al 117’ decide Rohl
dal nostro inviato Alex Frosio
23 giugno 2025 (modifica alle 00:13) - DUNAJSKA STREDA
Gli eroi vestiti di azzurro esistono ancora. L’Under 21 sfiora una clamorosa impresa, eliminata solo ai supplementari giocati in nove contro undici dopo averla ripresa all’ultimo pallone utile, una punizione spettacolare di Ambrosino, che gioca in Serie B. Passa la Germania, sfiderà in semifinale la Francia, ma il pubblico di Dunajska Streda canta solo “Italia, Italia”. Se Rino Gattuso in tribuna con Buffon porta a casa un messaggio, è che questi giovani hanno un cuore grande e ci tengono da matti alla Nazionale. Si sacrificano, danno tutto e di più. Non è bastato per entrare nella Top 4, da dove manchiamo dal 2017.
le mosse
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Il 3-4-2-1 italiano sulla carta diventa presto, sul campo, 5-4-1, perché gli azzurrini, forse intimoriti o magari istruiti a un inizio di contenimento, cedono il pallone alla Germania. Sembra un’ammissione di inferiorità e invece è proprio strategia: premere l’inizio azione tedesco e poi chiudere tutti gli spazi con una linea a cinque che non concede spazi davanti a Desplanches. Nunziata per questo sceglie una squadra muscolare per nove undicesimi e agile in Gnonto e soprattutto Koleosho, che non giocava titolare dalla prima partita. Proprio l’attaccante azzurro del Burnley è il più vivace nell’avvio tremante dell’Italia: suo il primo tiro nello specchio della partita, centrale, dopo 6’. I primi 20 però sono tutti tedeschi, almeno nel possesso, perché gli azzurrini sbagliano troppo in disimpegno. La Germania è comunque lenta nella circolazione, la minaccia Woltemade si fa viva con un accentramento da sinistra e chiusura larga sul primo palo, ma Coppola e Ghilardi fanno assaggiare a lui e a Tresoldi la ruvidezza della Serie A. L’Italia si rialza a sinistra, con Ruggeri e Koleosho. Dopo la mezzora i nostri hanno preso quota e creano: Prati scodella per Zanotti, Atubolu esce male e Gnonto va al volo, largo di poco, poi in recupero alto Koleosho attiva Gnonto e poi Prati, stoppati. Sul ribaltamento, l’unico vero rischio che corriamo: Woltemade sfonda, Gruda fa passare per Nebel, Desplanches chiude sul primo palo.
rossi
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L’Italia cresce, prende fiducia e pallone. E se glielo toglie, la Germania perde lucidità. Gli azzurrini accelerano e passano: Koleosho vola sulla fascia sinistra, nel suo ruolo, salta Collins (ah, puntare l’uomo…) e calcia con bacio al palo. Urlo Italia. Di Salvo cambia tre quarti dell’attacco inceppato, Rohl chiama il riflesso di Deplanches. E’ tutto sacrificio. Nella pressione, nelle marcature, nell’attenzione. Manca solo su angolo e il vantaggio dura 10’: Ndour non copre la zona, Woltemade anticipa Coppola, 1-1. Nunziata rinfresca con Casadei per Koleosho ma perde Gnonto: il sacrificio lo porta al secondo giallo, Willy esce in lacrime. E la Germania colpisce: Woltemade prolunga, sul secondo palo spunta l’altro gigante Weiper. Ne mancano 3 al 90’, ed è disperazione quando Zanotti prende due gialli, il secondo per proteste. E l’arbitro lituano Lukjancukas esagera. Sembra finita, invece no. Punizione per noi all’ultimo assalto, Ambrosino la pianta sotto la traversa. Altro urlo Italia. Ma ci sono i supplementari con due uomini in meno: l’Italia li affronta con una determinazione feroce, Desplanches aiuta con un volo su Reitz e spera nei rigori. Ma di nuovo a 3 dalla fine Rohl dal limite trova lo spazio per il destro-qualificazione. Peccato, è stata grande Italia.