Meloni: 'Usa e Italia parlano la stessa lingua, bene per l'unità dell'Occidente'

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Italia e Stati Uniti "parlano la stessa lingua" e possono contare "uno nell'altra". Ed è un "bene" per la "compattezza e l'unità" dell'Occidente, unica via per rispondere "alle sfide" in un contesto internazionale complesso. E' una constatazione per il passato e anche un patto per il futuro quella che siglano italiani e americani alla prima festa dell'Indipendenza ospitata dal nuovo ambasciatore Usa, Tilman Fertitta. Una prima volta anche per Giorgia Meloni da quando è a capo del governo.


La presidente del Consiglio arriva con un oramai classico ritardo quando tutto è già pronto, a Villa Taverna, per dare il via ufficiale alla cerimonia. Accolti dai bersaglieri salgono sul palchetto allestito nei giardini della Villa la premier, Fertitta, il presidente del Senato Ignazio La Russa e i due vicepremier, Antonio Tajani e Matteo Salvini.
"Adoro il nostro rapporto con l'Italia, è fantastico" dice allegro Fertitta accogliendo la delegazione italiana. Tra le due sponde dell'Atlantico non sono certo i giorni dei rapporti più idilliaci, tra accordo sui dazi che ancora va trovato e la scelta Usa, pronosticata e temuta dai leader europei che ha iniziato a diventare concreta con la riduzione delle forniture di missili e munizioni americane benedetta da Mosca.
Per l'Italia ci sono non una ma due "stelle polari", esagera il ministro degli Esteri Antonio Tajani, e pensa all'Unione europea da un lato e agli States dall'altro. In mezzo c'è Roma che continua a cercare di esercitare quel ruolo di "ponte".


Meloni - capelli raccolti ed abito in pizzo champagne, accompagnata anche dalla sorella Arianna - non lo dice esplicitamente ma lo evoca quando ribadisce dal palco, parlando in italiano con qualche incursione in inglese, che il faro deve essere "l'unità" dell'Occidente, soprattutto nei momenti difficili come quelli che stiamo vivendo. Italia e Usa, sottolinea, "sono nazioni sorelle" e non possono che rafforzare i rapporti, soprattutto ora che si parla appunto "la stessa lingua". Una base di partenza utile anche quando ci si trova in "disaccordo".
La premier si dice "ammirata" per il trasporto con cui gli americani festeggiano la loro festa dell'Indipendenza e cita ancora una volta il filosofo francese Ernest Renan e la sua definizione di nazione come "una grande solidarietà". Il 4 luglio "è più di una semplice festa nazionale, è qualcosa che ogni cittadino americano porta nel cuore", e rappresenta i valori a stelle e strisce di "democrazia, uguaglianza e libertà". Si celebra insomma un "senso di appartenenza", è una vera e propria "dichiarazione d'amore" del popolo americano per il proprio paese. "Mi piace pensare - azzarda la premier - che sia quel che accade in Italia il 17 marzo " 1861, l'Unità d'Italia, "quando si celebra l'epopea risorgimentale".
"God bless America, viva l'Italia", conclude il suo discorso la premier mentre la platea si sparpaglia tra i vialetti e le aiuole di Villa Taverna, alla ricerca di un "hamburger damn' good", come li invita Fertitta dal palco. Si avvista mezzo governo, molta maggioranza parlamentare ma pochissima opposizione. Giusto il leader del M5s, ed ex premier Giuseppe Conte. Poi parte la musica. 

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