Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella è tornato su due temi che gli stanno particolarmente a cuore: la tutela dell'ambiente e la difesa dei civili nelle "tristi" azioni di guerra, come sta accadendo in Ucraina o a Gaza, con un forte monito contro le stragi di cittadini inermi.
Video Mattarella: 'Con le guerre ritornano le ombre dei secoli bui'
Due temi cari al capo dello Stato perché intrecciano la difesa del diritto internazionale con il suo desiderio di assicurare un futuro alle giovani generazioni. Mattarella è voluto recarsi prima a Tesero, in val di Fiemme, in Trentino in occasione delle celebrazioni del quarantesimo anniversario per ricordare la strage di Stava, in cui perirono in 4 minuti 268 persone, travolte da una onda di fango generata dal crollo di un bacino di decantazione di un impianto minerario posto a monte dell'abitato anziché a valle: "una ubicazione che non poteva essere peggiore" ha osservato Mattarella. La memoria di questa "calamità non naturale, ma causata artificialmente dall'uomo" per la sete di profitto, deve spingere, ha detto il Presidente della Repubblica a una nuova responsabilità: "a determinarla - ha osservato - fu l'indifferenza al pericolo per le persone, sulla base di una errata concezione del rapporto uomo-ambiente, con quest'ultimo considerato risorsa da sfruttare e non da porre doverosamente in favore della comunità, come un valore al suo servizio". E poi l'avvertimento: "non ci sono alibi, riconciliarsi con l'ambiente è una questione che riguarda anche la coesione sociale, che riguarda anche la democrazia. La prospettiva dello sviluppo sostenibile è stata una conquista conseguita a caro prezzo, una conquista della quale talvolta sembra che taluni vogliano liberarsi quasi fosse un fastidio anziché un investimento per il futuro".

40 anni fa la tragedia in Val Di Stava
Un invito quindi alla riflessione davanti alla disinvoltura con cui anche in Europa si vogliono accantonare le politiche ambientali per non intralciare le imprese. Dopo Tesero, Mattarella è volato a Rovereto, per i cento anni di Maria Dolens, la campana fusa con i cannoni di tuti i Paesi che parteciparono alla Prima Guerra Mondiale. Un "ritorno" come egli ha ricordato, visto che qui venne da Ministro della Difesa assieme al Presidente Ciampi nel 2000. In un luogo che per antonomasia rappresenta il rigetto della guerra, il presidente della Repubblica ha dato voce allo sgomento dell'umanità per il fatto che "in ogni parte del mondo riemergono ombre, che si pensava non dovessero più avere spazio e presenza, di chi ritiene di reintrodurre guerre di annessione territoriale, che appartenevano a momenti oscuri dei secoli passati, o di chi pensa di ripristinare il dominio dei più forti sui più deboli". Mattarella ha fatto un riferimento chiaro a quanto sta avvenendo in Ucraina e a Gaza, dove l'obiettivo sono diventati addirittura i civili, violando il diritto internazionale che l'umanità si era dato dopo la Seconda Guerra mondiale con la Convenzione di Ginevra, tesa a rendere meno atroce la guerra. Mattarella ha stigmatizzato l'atteggiamento di chi pensa "di poter bombardare i civili nelle loro abitazioni o quando assistiamo al massacro di giovani intenti a festeggiare ascoltando musica", come avvenne il 7 ottobre da parte di Hamas.
Video Mattarella: 'Lo sviluppo sostenibile e' una conquista, non liberarsene'
"In questa condizione - ha proseguito il Capo dello Stato - non ci si limita più neppure al pur triste compito di colpire soldati contrapposti, ma si spara e si uccide sui luoghi di preghiera, sui luoghi in cui si distribuisce acqua a chi ha sete e pane a chi ha fame, si colpiscono soccorritori che prestano aiuto ai feriti", come sta avvenendo a Gaza. "Tutto questo crea un contrasto radicale - ha sottolineato Mattarella - non soltanto con le attese dell'umanità ma anche rischia di introdurre una spirale di risentimento, di odio, di contrapposizioni che genera a sua volta costantemente altre violenze". Per spezzare tale "spirale" occorre dunque "rilanciare un messaggio che da qui 100 anni fa è partito. Una condizione di speranza a cui l'umanità aspira e che deve prevalere su quanto avviene e su quanto con tristezza registriamo".
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