Cambi di proprietà, stipendi non pagati da mesi, trasferte omaggiate da ristoratori, negozianti e semplici tifosi. Eppure a fine stagione la squadra di Gorgone ha evitato la D. Il tribunale fallimentare, però, potrebbe cancellare quest'impresa clamorosa
Lorenzo Cascini
22 maggio - 10:27 - MILANO
Senza soldi, senza stipendi, con cambi continui di scenario e tante, tantissime promesse. Millantate e mai rispettate. La Lucchese negli ultimi mesi ha vissuto un incubo, fatto di tante illusioni, penalizzazioni, parole, scioperi e chi più ne ha più ne metta. Oggi la notizia è che sul campo la Lucchese si è salvata ai playout, anche se dovrà aspettare prima la decisione del tribunale fallimentare (che arriverà nei prossimi giorni) e poi dovrà riuscire, entro il 6 giugno, a iscrivere la squadra al prossimo campionato di Serie C.
impresa
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Ma andiamo con ordine. A Lucca quest’anno ne hanno viste di tutti i colori. A settembre al presidente Bulgarella è stata diagnosticata una malattia e ha scelto di vendere la società. La prima cessione c’è stata a ottobre, poi un’altra a gennaio, quindi un’ultima a marzo. Tutte strade che non hanno portato da nessuna parte. In poche parole, nessuno ci ha messo i soldi. Ma la squadra, in tutto questo, non ha mai mollato. Dirigenti, allenatore, staff e giocatori non prendono lo stipendio da 7 mesi e non si sono mai arresi, anzi. Sono andati oltre. Hanno chiuso il campionato al 16esimo posto e poi ai playout hanno sconfitto il Sestri Levante. Salvezza conquistata. Un risultato che ha i contorni dell’impresa.
giant killer
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C’è poi un dato curioso. La squadra allenata da Gorgone quest’anno è stata l’incubo delle big del campionato. I rossoneri hanno fermato due volte l’Entella che ha stravinto il girone (0-0 e 2-2), pareggiato e poi battuto la Torres (0-0 e 3-2) e rifilato quattro schiaffi alla Ternana. In Inghilterra la chiamerebbero giant killer. In copertina ci sono i tre attaccanti: Magnaghi con 12 gol, Saporiti (9) e Selvini (7). Dietro a tirare le redini l’ex Frosinone Robert Gucher.
sciopero
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Come detto, i soldi non sono arrivati per mesi. Gorgone e i giocatori hanno sancito un patto d’onore: “si va avanti fino alla fine e ci salviamo”. Miracolo realizzato. Grazie anche agli aiuti di ristoranti, negozi, tifosi e addirittura presidenti avversari. Una pescheria ha pagato due trasferte, un ristorante ha coperto tutti i pranzi e le cene della squadra. Per la gara in casa dell’Arezzo le spese sono state invece coperte dall’ex presidente della squadra, oggi patron della femminile. Altro che derby, Anselmi ha coperto alloggio e viaggio della squadra. I giocatori della Lucchese hanno tenuto botta, ma poi ad aprile hanno minacciato lo sciopero. “Non ce la facciamo più, senza soldi non si può andare avanti”. Nonostante tutto da quel momento in poi ne hanno vinte due su tre e sono arrivati ai playout. Da lì, l’insperata salvezza.
futuro a rischio
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A Lucca c’è chi ha parlato di miracolo sportivo, raccontandola con la voce di chi la vive con fatica da un anno. Oggi la Lucchese ha affrontato la prima udienza pre fallimentare che sancirà che futuro avrà il club. E soprattutto servirà a capire se arriverà il quarto fallimento in 17 anni, che cancellerebbe il grande risultato raggiunto sul campo. L’obiettivo è trovare un compratore che intanto risani le pendenze con calciatori e staff e poi che abbia la capacità di iscriversi al campionato pagando la fideiussione. Probabilmente sarà questione di giorni. Il futuro della Lucchese è appeso a un filo e i festeggiamenti per l’impresa raggiunta potrebbero essere presto solo un lontano ricordo.