Lo scudetto nel nome di Diego e del piccolo Daniele: "Il paradiso è qui"

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Maradona e il bambino di 13 anni che la leucemia si è portato via: lo scudetto del Napoli e la simbologia dei sentimenti

Luigi Garlando

Giornalista

24 maggio 2025 (modifica alle 09:56) - MILANO

Stessa D, stessa nuvola. Seduti accanto, nel cielo di Fuorigrotta, Diego e Daniele hanno assistito insieme alla partita scudetto, affacciati sul catino di luce del San Paolo. E, insieme, hanno esultato: “Abbiamo vinto noi!” Il bambino ha indicato giù: “Diego, guarda Zambo! Sta puntando le dita in alto! Mi dedica lo scudetto! Me lo aveva promesso!”. “Certo, questo scudetto è tuo – ha confermato il Pibe - E lo hai vinto nello stadio che porta il mio nome”. Daniele Pisco si è spento a 13 anni il 4 gennaio scorso: leucemia. Il Napoli stava giocando a Firenze. Conte saltò la conferenza stampa. Tre giorni dopo, sui gradini della chiesa di San Giovanni Battista dei Fiorentini, al Vomero, erano stese le maglie azzurre di tutti i giocatori. Sulla piccola bara bianca, due con il numero 10. Il cardinale Battaglia disse nell’omelia: “Daniele non ha avuto paura di sbagliare un calcio di rigore. Ha lottato e il suo sorriso ha trasmesso coraggio a tutti”. Anche ai giocatori del Napoli che lo hanno adottato, amato. Tutti. Anguissa un po’ di più. Giocava con il polsino “Daniele sempre con noi” e gliel’ha promesso: “Vinceremo lo scudetto per te”. Il presidente De Laurentiis si è affannato a procurargli i medici migliori. Non è servito. Lukaku ha abbracciato a lungo i genitori del bambino, stravolti dal dolore. Ogni settimana Conte, di nascosto, lascia fiori freschi sulla tomba di Daniele, a Fuorigrotta. Quanto sarebbe stato contento, ieri al Maradona? Lo è stato comunque, accanto a Diego. Gli ha chiesto: “Ma il paradiso è qui o lì sotto?” Il Pibe ha risposto: “Il paradiso è dove ci vogliono bene”.

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