"E' una storia che lascia il segno.
Come certi tiri sbagliati, come certi amori finiti, come certe
verità che nessuno vuol ascoltare. Una storia necessaria, che
parla di passione e sfruttamento, di giornalismo e redenzione,
di uomini che uccidono corpi e altri che distruggono sogni. E
quelli, forse, sono i peggiori". Così Maurizio de Giovanni
presenta "La colpa è di chi muore", prima opera noir del
giornalista e scrittore Marco Bellinazzo, in uscita domani per i
tipi di Fandango Libri.
Lasciato il filone della saggistica e del libro d'inchiesta
che ha finora seguito, secondo la sua esperienza professionale e
la sua passione - vedi testi come 'I veri padroni del calcio',
'Le nuove guerre del calcio o il recente 'Il Napoli di Maradona.
Il primo scudetto e l'ultima vittoria' -, Bellinazzo sceglie la
strada del romanzo per raccontare il mondo del calcio da
un'altra prospettiva. E' quella di tanti giovanissimi che dai
Paesi più poveri rincorrono un filo di speranza legato ad un
pallone, trovando spesso solo amare disillusioni.
Il protagonista del romanzo è un alter ego dell'autore, Dante
Millesi, un giornalista nato a Napoli ma trasferitosi in
Lombardia, il quale si imbatte in una vicenda drammatica e
coinvolgente che prende il via dal ritrovamento di un cadavere
nel lago di Lugano. Una storia che va raccontata e Milesi per
farlo si trova tra Milano, Lagos e Parigi ad affrontare gli
aspetti più oscuri e subdoli di un ambiente torbido dove spesso
il talento non è esaltato ma condannato. Come sono condannati
quei giovanissimi nigeriani, vittime di un crudele ingranaggio
creato dall'avidità di criminali senza scrupoli, assassini di
uomini e divoratori di sogni. Millesi si ribellerà a suo modo
all'ineluttabilità degli eventi, fino a sacrificare se stesso.
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