L'icona del tennis si racconta in un libro autobiografico in cui ripercorre anche le fasi più buie della sua vita: "Il mio ritiro a 26 anni fu una fuga. Sinner? È serio, determinato e feroce, vincerà altri Slam"
18 settembre - 12:13 - MILANO
Senza filtri. Björn Borg, la prima rockstar del tennis capace di vincere 11 slam, di cui sei Roland Garros e cinque Wimbledon consecutivi, nel libro autobiografico "Battiti" (Rizzoli) racconta i successi ma anche i momenti più bui della sua vita. Come quando il nel 1989, a Milano, era sprofondato in un vortice di droghe, farmaci e relazioni sbagliate: "A salvarmi fu Loredana Bertè", rivela in un'intervista a la Repubblica, "Le devo la vita. Mi trovò a letto incosciente, chiamò l'ambulanza, all'ospedale mi fecero una lavanda gastrica". Il declino iniziò nei club newyorkesi: "Allo Studio 54 ho conosciuto Andy Warhol, mi regalò una Campbell's Soup con dedica. Poi arrivarono la cocaina, l'alcol, i medicinali. Mi stordivo con feste e festini, ero depresso, avevo attacchi di panico". "Avevo paura di stare solo, sovrapponevo le relazioni. Conobbi Loredana a Ibiza, mi trasferii a Milano, ma per me quella città fu un disastro. Lei voleva un figlio, arrivai a depositare un campione di sperma per l'inseminazione. Ma per salvarmi dovevo fuggire da lei e da quell'ambiente".
il ritiro
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Mentre sul suo ritiro dal tennis a 26 anni racconta: "Fu una fuga. Dopo la sconfitta con McEnroe nel 1981, mi chiusi in casa, attraversai il giardino con una cassa di birre e decisi che era finita. Non provavo più gioia in campo, ma fuori non ero nessuno".
sinner
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Borg aggiunge che vorrebbe allenare l'americano Shelton e l'inglese Draper. "Sinner? Ha già un ottimo team una famiglia solida - continua -. È serio, determinato, feroce, vincerà altri Slam, non vedo pericoli se non la sfortuna di avere qualche infortunio. Ma avete - aggiunge Borg- anche il magnifico rovescio di Musetti, le profondità di Cobolli: il tennis italiano offre tanto".
la moglie patricia
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Nel libro, scritto con la moglie Patricia, Borg affronta anche i suoi errori, le perdite, la malattia (è stato operato per un cancro alla prostata) e il riassestamento esistenziale. "Non si passa indenni dal grande tutto al grande niente", conclude.
La Gazzetta dello Sport
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