Re Giorgio l’ha resa comoda, togliendole rigidità. Oggi, tra materiali e pesi, tanti brand lo seguono
Paola Ventimiglia
25 ottobre - 08:52 - MILANO
I vecchi dizionari della moda, un faro nell’oceano di informazioni legate al mondo del fashion, dovrebbero tutti essere aggiornati alle voci “Blazer” e “Giacca” perché sia il primo, sebbene sia ancora uno dei capisaldi dell’eleganza maschile, sia la seconda, in tutte le sue versioni, si sono evoluti e trasformati. Le imbottiture, i crini di cavallo e le spalline, oltre ai tessuti di prima scelta, sono sicuramente ancora i protagonisti nel panorama della sartoria da uomo (soprattutto nel “su misura”), ma ormai da tempo si respira aria di praticità e leggerezza anche nel guardaroba maschile a partire dalla giacca, che oggi è sempre più destrutturata, decostruita, scivolata. È diventata quasi un ossimoro di stile, incarnando l’informale e il formale. Ne abbiamo viste tante anche sulle passerelle maschili di questa stagione.
imbottiture addio
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Imbottiture addio Da Zegna, per esempio, marchio noto anche per il suo formale, il direttore artistico Alessandro Sartori continua nel percorso di lusso molto sofisticato ma discreto. Sulla sua passerella, eccezionalmente allestita a Dubai quest’anno e caratterizzata da collinette d’erba per richiamare gli allevamenti australiani delle pecore da cui derivano i loro filati pregiati, hanno sfilato volumi comodi e giacche fluide con spalle senza imbottiture, come per dare enfasi a un nuovo maschile. Sulla passerella di Giorgio Armani sono state invece presentate giacche diverse per fogge, lunghezze e tessuti, ma accomunate dalla mancanza - mai casuale - di struttura, compensata da un ineccepibile design e dai tagli delle spalle, scivolate dolcemente per avvolgere il corpo senza costrizioni, grazie anche ai volumi sempre comodi. D’altra parte, è storia: re Giorgio ha fatto della giacca il fulcro del suo lavoro, il cardine della sua eleganza naturale e disinvolta: "La giacca è stato il punto di partenza per quello che ho fatto in seguito", raccontava in un’intervista. "È l’argomento su cui sono ritornato senza stancarmi, evolvendomi senza limite. Non esiste una mia collezione senza una nuova versione della giacca". Quando Armani presentò le sue prime collezioni maschili e femminili, ne fece lo strumento del suo percorso di stile e costume. Ispirato dalla sorella Rosanna che indossava giacche da uomo, costruì anche quelle da donna sul modello delle maschili, dando vita al Power Suit, il tailleur che lo portò poi al successo.
leggero e autorevole
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Pur diventando uno strumento per rappresentare il proprio potere, alla giacca, sia quella femminile che quella maschile, Armani tolse rigidità, rimuovendo le imbottiture dalle fodere, cambiando la disposizione dei bottoni e modificandone anche le proporzioni. Questo processo trasformò un capo rigido in un indumento comodo e leggero, ma sempre espressione di un certo tono e una nuova autorevolezza, meno ingessata. Per questo Giorgio Armani è stato definito il primo stilista post-moderno: con la giacca ha realizzato quello che altri hanno fatto con l’architettura. E con la sua visione ha anche anticipato i bisogni contemporanei di donne e uomini che oggi, sempre di più, preferiscono uno stile di giacca non troppo rigida per muoversi con maggiore libertà.
il cambio del trend
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Stilisti a parte, tutto il mondo del fashion ha cambiato gusti e orientamenti. Anche i giovani, più aperti alle novità, hanno contribuito al percorso evolutivo di questo capo, ma il loro limitato potere d’acquisto ha fatto sì che, inizialmente, per questi tipi di giacche venissero utilizzati solo tessuti poco pregiati e più economici. Oggi il trend è cambiato e anche nelle collezioni di profilo più alto, come nei casi di L.B.M. 1911 e Manuel Ritz, si trovano sempre più modelli destrutturati e sfoderati in pregiati cashmere o in lane Merino cardate. Nel frattempo si guarda avanti: nascono nuovi progetti in equilibrio fra tradizione e avanguardia come Zero Gravity di Tombolini, un racconto sartoriale e di ricerca sui materiali e sulle tecniche di confezione, nonché il frutto di un saper fare in Italia che si trasmette da tre generazioni e che incarna il motto del suo fondatore, Eugenio Tombolini: "Il futuro ha radici antiche". Il completo Gold di questa special edition è fra i più leggeri al mondo perché realizzato in cashmere e seta.
e c'è anche il no stiro
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Pal Zileri, dal canto suo, ha pensato alla linea Active in tessuto tecnico stretch, passepartout e dedicato ai globetrotter. Si chiama nuovo formal active-wear che in alcuni casi, come per il marchio Traiano Milano, può andare in lavatrice e non ha bisogno di essere stirato. Anche “No stiro” o “No Iron”, diciture che si leggono sulle etichette di alcune Special Collection di Iuman Intimissimi Uomo (uno dei marchi del Gruppo Oniverse) o Outfit Italy entrano così nel vocabolario dell’eleganza maschile e nella rosa delle parole del momento, insieme a libertà, leggerezza e comfort.



