La difesa dell'ex presidente
brasiliano, Jair Bolsonaro, ha presentato ricorso alla Corte
suprema di Brasilia (Stf) chiedendo la revoca degli arresti
domiciliari, definiti una forma di "censura". Gli avvocati hanno
inoltre sollecitato che la decisione sulla misura restrittiva
della lbertà personale venga sottoposta con urgenza alla
plenaria della Prima camera della Stf, composta da cinque
giudici (i componenti della Corte sono in tutto undici).
L'ex leader di destra è confinato nella sua casa a Brasilia
da lunedì, per aver violato il divieto di utilizzare i social
imposto dal giudice della Stf, Alexandre de Moraes, relatore del
processo in cui è imputato per presunto tentativo di golpe.
I suoi legali sostengono però che "non vi è stata alcuna
violazione delle misure precauzionali" quando i sostenitori di
Bolsonaro hanno condiviso in Rete le immagini di una
videochiamata tra lui e il figlio maggiore, il senatore Flavio
Bolsonaro, che domenica scorsa stava partecipando a una
manifestazione di solidarietà per il padre a Rio de Janeiro. Gli
avvocati sostengono che Bolsonaro non può essere ritenuto
responsabile delle azioni di altre persone.
A metà luglio, l'ex capitano dell'esercito è stato costretto
a indossare un braccialetto elettronico, a rimanere a casa la
sera e nei fine settimana e a non esprimersi sui social,
direttamente o tramite terzi. Le nuove misure imposte lunedì
includono restrizioni all'uso dei telefoni cellulari.
Ma mentre finora poteva incontrare solo i suoi avvocati, ieri
sera Moraes gli ha concesso il permesso di farsi visitare dai
suoi figli e da altri parenti stretti. Le restrizioni imposte a
Bolsonaro sono state criticate come eccessive da esperti e dalla
stampa brasiliana, così come dai suoi alleati politici.
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