Con la finale di Europa League "ipotecata" da Manchester United e Tottenham, il calcio inglese riesce lì dove l'Italia non è arrivata un anno fa
Lì dove non siamo riusciti noi arrivano loro, gli inglesi. Con ogni probabilità, infatti, saranno rappresentati da ben sei club nella prossima edizione della Champions League. Il numero è esorbitante ed è composto dai canonici quattro posti riservati alla Premier League, a cui si aggiunge il quinto derivante dal ranking Uefa per club di questa stagione. Il sesto dovrebbe arrivare dall'Europa League. Nelle semifinali il Tottenham ha battuto 3-1 il Bodo/Glimt a Londra e il Manchester United ha rovinato il sogno di giocare la finale in casa all'Athletic di Bilbao (0-3 al San Mames). Così, se non accadranno ribaltoni, saranno Spurs e Red Devils a contendersi il trofeo ed entrambe le squadre sono a distanza siderale dal quinto posto in campionato, rispettivamente a 23 e 21 punti dal Chelsea. Sono praticamente più vicine alla zona retrocessione, eppure questo rappresenta un vantaggio per il calcio inglese.
E NOI... Purtroppo gli astri non si sono allineati. L'anno scorso eravamo riusciti ad ottenere la quinta squadra in Champions grazie al ranking e a vincere l'Europa League, con l'impresa dell'Atalanta sul Bayer Leverkusen. Tuttavia, i bergamaschi hanno chiuso al quarto posto in campionato, quindi rientravano già tra le formazioni qualificate di diritto alla massima competizione europea. Nello strano paradosso dove arrivare più in alto in campionato non è un vantaggio per la rispettiva federazione in ambito internazionale.