Alcuni avversari di Sinner hanno ironizzato dopo le rispettive scoppole parigine. Anche Djokovic non si è sottratto: "Temevo di rimediare un 6-0..."
Lorenzo Topello
7 giugno - 21:05 - MILANO
Dopo 55 minuti di partita, Jiri Lehecka ha già intuito di dover prestare attenzione ai voli in partenza da Charles de Gaulle. Dall’altra parte della rete c’è Jannik Sinner che conduce 6-0 5-0 e la sensazione è che non avrà distrazioni: il ceco azzecca il servizio, l’azzurro sbaglia la risposta e finalmente Lehecka conquista un game. Lui esulta a braccia alzate, il pubblico gli tributa una standing ovation di ironica compassione. Diventa un’istantanea da regalare in pasto ai social un’ora dopo, in attesa del volo da Charles de Gaulle: “Questa foto riassume tutto il match di oggi. Pensate che in questa circostanza io avessi appena vinto il match o un set? Ma no, questa è la reazione quando porti a casa un game contro Jannik Sinner”. Se esistesse un ranking dell’autoironia, Lehecka e diversi altri avversari di Sinner potrebbero puntare alle Finals. Il ceco, tra l’altro, non se la cava male neanche coi pronostici: “Quando Jannik è in queste condizioni può fermarlo solo Alcaraz”. Ovvero l’altro finalista del Roland Garros.
la genialata di bublik
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“Jannik Sinner al prossimo turno? Mi sa che sono nei guai…”. L’aveva presa sul ridere un anno e mezzo fa Andrey Rublev, durante la campagna australiana che ha portato al primo Slam dell’azzurro. Non gli è andata tanto meglio agli ottavi del Roland Garros: 6-1 6-3 6-4 e due battute in conferenza stampa: “La prendo sul ridere perché non ho avuto possibilità. Lui non ti regala niente”. Ironia che ha caratterizzato, al turno successivo, anche quel gran genio di Alexander Bublik: ai quarti la sua sfida con Sinner è stata realmente combattuta solo per un set, il secondo (finito 7-5 per Jannik). Gli altri due? A senso unico: 6-1 6-0. Il kazako, fra i più scherzosi del circuito, su Instagram ha avuto la sua personale rivincita: “Ragazzi, l’ho quasi battuto”. E giù risate.
lo sketch di ruud
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Tutt’altro che una passeggiata è stata la semifinale. Djokovic ha alzato il muro per oltre tre ore e un quarto, in barba ai suoi 38 anni. Niente 6-0, niente 6-1, ma tre set lottati con tanto di tie break all’ultimo. Il serbo è uscito tra gli applausi e una battuta l’ha voluta sganciare anche lui, in conferenza: “Sono sincero, temevo di rimediare un 6-0. Vedo che Jannik ne ha rifilati parecchi, in questo torneo”. È il segno dei tempi: anche Djokovic può conoscere la paura. Certo, ora non si ride più: lo scontro con Alcaraz accontenta ogni appassionato di tennis per la prima storica finale Slam fra i due. A Carlos difficilmente si rifileranno bagel come accaduto nelle ultime tre settimane di tornei: fra Roma e Parigi Sinner ne ha sfornati cinque, di 6-0. Il primo è arrivato ai quarti degli Internazionali, contro l’amico Casper Ruud: quando, nel secondo set, il norvegese ha vinto il primo game della partita ha esultato come un pazzo, strappando un sorriso anche al cannibale dall’altra parte della rete. Ruud ha chiuso Roma con una risata e nello stesso modo, dieci giorni dopo, ha aperto la sua (sfortunata) campagna al Roland Garros: “Che cos’ho fatto dopo gli Internazionali? Sono andato in Norvegia a giocare con chi non è al livello di Jannik”.