Gli umbri pareggiano la sconfitta dell'andata grazie a De Boer ma non trovano il raddoppio malgrado la superiorità numerica. Dal dischetto si esalta il portiere di scuola Milan
Pietro Scognamiglio
8 giugno 2025 (modifica alle 00:59) - MILANO
La magia è compiuta. Dopo quattro anni il Pescara torna in B, è il capolavoro di Silvio Baldini che – supportato dalla proprietà e dal d.s. Pasquale Foggia – non ha mai smesso di crederci anche nei momenti d’ombra della stagione. Per avere la meglio su un’ottima Ternana, che aveva pareggiato lo svantaggio di misura dell’andata, serve trascinarla ai rigori: protagonista assoluto il portiere Plizzari, determinante sia nei 90’ sia poi nei tiri dal dischetto. Con le sue parate, l’ex Milan (ora di proprietà del Venezia) dà il via alla festa per i ventimila dell’Adriatico, sotto gli occhi di Marco Verratti pronto a entrare nel club al fianco del presidente Sebastiani.
PRIME TRE PARATE
—
La Ternana parte propositiva, cerca la porta tre volte nel primo quarto d’ora (senza creare grandi pericoli), rischia però nella sua area su un contatto tra Maestrelli e Meazzi: per Calzavara, tutto troppo leggero per pensare di fischiare. Si arriva in equilibrio a ridosso della mezz’ora ed è lì che il Pescara – privo anche degli squalificati Squizzato e Merola – si scopre vulnerabile: Lancini deve uscire con un ginocchio dolorante, al suo posto entra il recuperato Pellacani e si ritrova subito nel mezzo di un assedio. Su due calci d’angolo consecutivi, proprio Plizzari – ex di turno, è stato a Terni da giovanissimo - tira fuori i super poteri e infila tre parate decisive: prima su Curcio, poi sulla ribattuta di Martella, per chiudere la serie di prodezze opponendosi al colpo di testa del pescarese doc Capuano, capitano della Ternana. Tre parate che rappresenteranno, alla resa dei conti, i primi mattoni della promozione.
rOSSO E SVOLTA
—
Dopo l’intervallo Baldini è costretto a un altro cambio forzato: Pellacani non ce la fa, deve a sua volta essere sostituito da Lonardi che – nell’emergenza – va ad adattarsi in difesa. Cambia tanto anche Liverani, prima con la solita staffetta in avanti tra Cianci (ammonito) e Ferrante, poi con l’ingresso contemporaneo di De Boer (anche lui al rientro), Ciammaglichella e Damiani. Proprio l’ex Palermo (è stato promosso con Baldini nel 2022) è protagonista dell’episodio che cambia la partita: Dagasso gli entra col piede rigido sulla parte alta della caviglia, il grave fallo di gioco è concettualmente simile a quello che all’andata ha portato all’espulsione di Vallocchia. Stavolta però è il Pescara a finire in dieci, esponendosi all’assalto della Ternana che già in parità numerica avrebbe meritato il vantaggio. Dopo una simulazione in area di Ciammaglichella, arriva il gol che ripristina la parità complessiva: il vecchio pirata Alfredo Donnarumma – dentro anche lui dalla panchina – lavora il pallone spalle alla porta, lo scarico è su De Boer che calcia benissimo dai 18 metri non dando scampo stavolta a Plizzari. Il gol dell’olandese fa cambiare il vento all’Adriatico. Passando anche emotivamente al comando della partita, nel finale dei 90’ la Ternana va vicina al raddoppio due volte: prima con Damiani che calcia di poco fuori dal limite dell’area, poi con il colpo di testa di Donnarumma che incrocia male. Non basta a evitare i supplementari.
UN EROE TRA I PALI
—
La mezz’ora extra vede chiaramente il Pescara sul pezzo per limitare i danni, mentre la superiorità numerica spinge gli ospiti in avanti nel tentativo di evitare i rigori. Al minuto 107, Plizzari vola su un tiro di Damiani e si fa male alla caviglia sinistra: l’Adriatico piomba nel silenzio perché Baldini ha esaurito le sostituzioni (ultimo a entrare Arena, classe 2009, tornato dall’Europeo U17) ma lo staff medico riesce a rimettere in piedi il portierone biancazzurro. Tanto basta per arrivare a giocarsela dal dischetto, sotto la curva Nord, tempio del tifo di casa. Dolorante, ai limiti dell’eroico, Plizzari para addirittura tre rigori a Ferrante, Casasola e Donnarumma. Un gigante che finisce in lacrime, di gioia purissima.