Il marchio austriaco annuncia l’alba di una nuova fase strategica e finanziaria grazie agli 800 milioni raccolti, 600 dei quali provenienti dal colosso indiano, che l’ha salvata dal fallimento ed è ora il principale investitore nel suo rilancio
Adriano Bestetti
23 maggio - 13:18 - MILANO
Dopo la notizia del suo salvataggio ad opera del colosso indiano Bajaj Auto, già da anni suo partner strategico e pesante azionista, Ktm si è dichiarata ufficialmente pronta a scrivere un nuovo capitolo della sua lunga storia dopo le drammatiche vicissitudini degli ultimi mesi. Con un apposito comunicato ufficiale, l’attuale Ceo Gottfried Neumeister, entrato in scena nei primi mesi della crisi, ha infatti formalizzato l’entrata in vigore di un piano da 800 milioni di euro complessivi per il rilancio del marchio, menzionando inoltre l’intenzione di mantenere la centralità strategica e operativa del marchio nella storica sede di Mattighofen.
il ruolo in austria
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Nel comunicato, comprensibilmente denso di entusiasmo e fiducia nel futuro, Neumeister parla apertamente di una “nuova fase” e di “una seconda opportunità” per Ktm, accolta con “gratitudine e umiltà" dal marchio alla luce di una situazione debitoria che l’ha davvero portato sull’orlo di un clamoroso collasso. “Oggi si apre una nuova fase che ci consente di dare continuità alla storia di Ktm – ha spiegato l’attuale numero 1 di Ktm - insieme al nostro partner di lunga data Bajaj, siamo riusciti a definire una strategia che ci permetterà di raccogliere ulteriori 600 milioni di euro per il nostro nuovo inizio, oltre ai 200 milioni di euro già messi a disposizione. Gli stabilimenti esistenti, in particolare gli impianti principali di Mattighofen e di Munderfing, resteranno la base del nostro successo futuro. Questo significa che continueremo a essere una realtà importante per l’intera regione. Di fronte a questa nuova, seconda opportunità, noi di Ktm proviamo una profonda gratitudine e umiltà verso tutti coloro, all’interno e all’esterno del nostro gruppo, che l’hanno resa possibile".
il ringraziamento a pierer
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Neumeister non ha tralasciato di fare riferimento al patron Stefan Pierer, figura centrale nella grande ascesa di Ktm negli ultimi decenni e purtroppo anche nella sua rovinosa caduta degli ultimi mesi, che lo aveva portato a rassegnare le sue dimissioni da Ceo cedendo il timone proprio a Neumeister: "Inoltre, a nome di chi ci ha accompagnato lungo il cammino, vorrei cogliere l’occasione per ringraziare Stefan Pierer, che ha gettato le basi per uno dei marchi più conosciuti nel settore motociclistico che vanta una community unica". Naturalmente, dichiarazione d’intenti e il linguaggio ottimista del comunicato a parte, l’importante operazione siglata con Bajaj comporterà un significativo cambio di pelle per Ktm. Come già evidenziato nell’approfondimento dopo la notizia, difficilmente Bajaj si limiterà a sostenere la casa austriaca solo dal punto di vista finanziario. Avrà invece grossa voce in capitolo nella governance e nella direzione strategica dell’azienda, assumendo un ruolo preminente rispetto al gruppo Pierer Mobility di Stefan Pierer che ne ha fin qui guidato il destino.
cosa succede in motogp
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La crisi di Ktm si è sviluppata negli ultimi mesi all’ombra del rallentamento del mercato globale e di decisioni strategiche poco lungimiranti da parte del management, vedasi l'acquisto e la cessione di Mv Agusta nel giro di nemmeno un anno. Il salvataggio operato da Bajaj, che da tempo produce alcuni modelli Ktm nei propri stabilimenti in India, segna inevitabilmente un’inversione di prospettiva, da partnership industriale a integrazione strategica, con l’Asia che con ogni probabilità sarà sempre più centrale nello sviluppo futuro del brand. Restano ancora da capire le ripercussioni di questo profondo cambiamento sull’impegno sportivo di Ktm, in particolare in MotoGp, dove il marchio ha investito risorse ingenti e ottenuto risultati altalenanti negli ultimi anni. Il nuovo assetto societario, come spesso accade, potrebbe portare a una razionalizzazione dei costi o a un ripensamento delle priorità, ma al momento non ci sono indicazioni precise a riguardo. Dipenderà dall’effettivo interesse strategico da parte di Bajaj nel motorsport come vetrina tecnologica e di marketing. Ktm è quindi pronta a ripartire, ma con una nuova guida, una nuova visione e forse una nuova identità. Occorrerà probabilmente attendere qualche mese per sapere se la pista, i fettucciati e i deserti continueranno a essere terreno di caccia privilegiato per le moto arancioni anche in questa nuova era a trazione indiana.