Il ko di Como mette in evidenza ancora di più i problemi dei bianconeri. È stata rinforzata la difesa ma in attacco mancano certezze, Per il tecnico la trasferta in casa Sarri sarà decisiva. E sullo sfondo c’è un caso, il rinnovo di Yildiz
Dal nostro inviato Guglielmo Buccheri
19 ottobre 2025 (modifica alle 16:55) - COMO
Qualcosa si è rotto. O, meglio, molto va aggiustato e va fatto in fretta: Como, per la Juventus, è come una sentenza. I bianconeri danno la sensazione di poter arrivare ad un punto oltre il quale c’è un muro invalicabile: sul Lago è andato così. L’equivoco nasce da un’estate vissuta nell’attesa dell’addio a Vlahovic, annunciato, ma mai consumato. Un equivoco perché Dusan è rimasto in scadenza e rimanendo ha tolto un bel po’ di certezze dentro l’attacco: una o due punte? Valorizzare David e scommettere su Openda o sfruttare i momenti sì dell’attaccante serbo? Risposte che si sono, in un attimo, trasformate in rebus di difficile soluzione. Da qui, un mercato di rimessa come se il pallone pesasse tra parametri economici da rispettare e scelte da mettere in campo per dare un senso compiuto alla squadra: alla fine, il verdetto è stato quello di arricchire, forse fin troppo, la linea offensiva, ma di avere poche, pochissime alternative in mezzo al terreno di gioco dove, di solito, si decidono le sorti delle stagioni.
openda out
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L’immagine che ci regalano gli ultimi minuti del triste viaggio a Como è emblematica: due attaccanti in corso d’opera, raddoppio dei ragazzi di Fabregas e Openda spettatore a bordo campo. Igor Tudor, tecnico alla seconda sconfitta in campionato tra la fine della scorsa avventura e quella cominciata da due mesi guarda a Madrid, tappa da brividi in agenda mercoledì sera: ma il tecnico croato deve guardare, soprattutto, a Roma, all’appuntamento nella Capitale biancoceleste che cadrà domenica prossima. Il suo futuro passerà dalla Città Eterna perché un eventuale rovescio rovinoso ne metterebbe a serio rischio l’immediato futuro.
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I suoi errori? Non riuscire a trovare la formula giusta perché una squadra, comunque, ricca di possibili soluzioni là davanti riesca ad attraversare le partite senza preoccupanti pause al loro interno, ma con la consapevolezza di poterle gestire evitando gli squilibri tra i reparti: ad ogni controffensiva, questa Juve va in affanno, ad ogni ripartenza c’è la seria possibilità che non si arrivi al traguardo, un tiro, una conclusione, un tentativo pericoloso. I singoli vanno messi nelle condizioni di esprimersi al meglio: in parte, Tudor ha portato a termine la missione, ma in gran parte ancora no ed ora parla di virare verso la difesa a uomo sui calci piazzati. E sullo sfondo c’è un caso, il rinnovo di Yildiz, che pesa, e non poco, sulle strategie della società.