Juve, chiamata d'emergenza: da Costa a Kelly, Tudor si aggrappa ai rinforzi di gennaio

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Il tecnico Juve è costretto ad arrangiarsi in difesa e a Venezia affiderà la missione Champions a Veiga e agli innesti invernali

Filippo Cornacchia

Giornalista

21 maggio - 12:25 - MILANO

Un po’ è emergenza e un po’ è un segno del destino, fatto sta che la Juventus domenica proverà a staccare la qualificazione Champions con il trio dei difensori arrivati a gennaio. Al posto di Gleison Bremer (infortunato da ottobre), Federico Gatti (non al meglio dopo la frattura al perone) e Pierre Kalulu (squalificato), toccherà ancora ad Alberto Costa, Renato Veiga e Llyod Kelly. Terzetto inedito, costruito pezzo dopo pezzo da Igor Tudor. Il croato è un allenatore, non un esorcista. Ma se la Signora si avvicina a Venezia gridando meno del solito alla maledizione del reparto, tanti meriti sono del Mr Wolf di Spalato. Più che un traghettatore, un artigiano della panchina. Igor vuole essere un duro, ma in sessanta giorni si è dimostrato molto di più. Basti pensare a come ha lavorato con i tre difensori che, fino a non molto tempo fa, erano considerati oggetti misteriosi del mercato invernale. L’ex centrale bianconero, anche per necessità, ha dato fiducia a Veiga, Kelly e nelle ultime uscite a Costa. Con l’Udinese sono arrivati tre punti preziosi e il bis a Venezia varrebbe almeno 60 milioni in più per le casse della Juventus. Per il dt Cristiano Giuntoli equivarrebbe a un bel sospiro di sollievo e per Tudor al rinnovo automatico del contratto fino al 2026. La Champions prima di tutto, però nel conto di Igor andrà anche il miglioramento di molti degli acquisti. Ma Tudor per primo – e non da ieri – sa benissimo che nel club c’è anche chi proverà ad affidare la ripartenza della Juventus ad Antonio Conte, ex capitano ed architetto dei primi tre scudetti del ciclo leggendario. 

Al decollo

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Tudor vuole tagliare il traguardo Champions, ma anche in caso di addio post Mondiale per Club lascerà una discreta eredità alla Signora. Dal ritrovato spirito di squadra ai segnali incoraggianti di Alberto Costa, sbarcato a Torino a gennaio tra lo scetticismo generale. Il 21enne portoghese, ingaggiato dal Vitoria Guimaraes per 12,5 milioni più bonus battendo la concorrenza dello Sporting, nelle ultime uscite ha mostrato sprazzi di qualità. Un po’ laterale di centrocampo e in emergenza arretrato nella difesa tre, a dimostrazione della fiducia che il tecnico croato nutre nei suoi confronti. Costa è entrato alla Juventus in punta di piedi e finora ha disputato 313 minuti. Non tantissimi, ma sufficienti per attirare vecchi e nuovi corteggiatori. Se lo Sporting neocampione di Portogallo ha già bussato alla porta della Signora, per Costa si sono fatti avanti anche Benfica, Brighton e Galatasaray. Sondaggi importanti, con la disponibilità a mettere sul piatto già più dei 12,5 milioni investiti dalla Juventus nei mesi scorsi. I bianconeri, però, almeno per il momento non sembrano intenzionati a voler sacrificare il portoghese. 

Gli altri

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Di sicuro non lascerà Torino Kelly, di fatto acquistato a titolo definitivo in inverno. «Può diventare un grande difensore a tre», ha profetizzato Tudor dopo il successo sull’Udinese. Se lo augurano tutti alla Continassa, a maggior ragione visto quanto successo con Dean Huijsen, in dieci mesi passato dalla cessione al Bournemouth per 18 milioni al recente trasferimento dal club inglese al Real Madrid per 59 milioni. La Juventus incasserà 4 milioni dalla rivendita dell’ex talento della Next Gen, ma i rimpianti sembrano maggiori. Indietro non si torna e Igor sta apprezzando lo spirito di Kelly, domenica scorsa sceso in campo stringendo i denti e dopo un recupero lampo. Dove finiscono le speranze di campo, cominciano quelle di mercato. La Juventus si augura che l’operazione Kelly si riveli un primo ponte con il Newcastle per l’assalto estivo – Champions permettendo – a Sandro Tonali. È ai saluti invece Veiga, in prestito secco e pronto all’ultimo ballo juventino, salvo prolungamenti per il Mondiale per Club.

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