L’allenatore ha mandato un messaggio distensivo alla dirigenza nerazzurra per incontrarsi dopo mesi. "Ho vinto 13 partite di fila, mica mi rilasso. E nessuno vuole andarsene"
18 dicembre 2025 (modifica alle 00:27) - RIAD (ARABIA SAUDITA)
Simone Inzaghi ha scoperto che anche il Paradiso ha un "tavolo che nazzica" - cioè traballante, malfermo - citando quella romanità che ha imparato a far sua e che l’ha seguito anche a Riad, dove fa a cazzotti con un traffico snervante. Uno sciame di auto e clacson che avvolge chiunque, dall’allenatore più pagato al mondo al padre di famiglia.
Lui e l’Inter
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Il tramonto rosso scandisce una settimana strana dove il vecchio amore plana a Riad per bussare sulla spalla di un allenatore che ha lasciato la piazza tanto amata dopo aver perso una finale di Champions 5-0. Inzaghi e l’Inter saranno distanti una ventina di chilometri. La volontà di Simone, che ieri ha contattato la dirigenza nerazzurra in prima persona, è salutare i vecchi amici. Non si sentivano da parecchi mesi. Il gesto, distensivo, è finalizzato ad andare a dama: da ciò che filtra l’incontro dovrebbe esserci, anche se non nell’albergo dei nerazzurri. L’Inter alloggia al Four Season, dentro al Kingdom Center. L’Al Hilal avrebbe dovuto giocare il 19, giorno di Bologna-Inter, ma la trasferta è stata rinviata. Le condizioni ci sono.
Il centro
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Il centro sportivo dell’Al Hilal è a sud ovest, incastonato in un quartiere residenziale dove al calar della sera, tra i vialetti insabbiati e semibui illuminati solo dalla luce dei campi, spiccano pugni di ragazzi che giocano a calcio. Altri invece, chi col pallone e chi armato di smartphone, s’aggirano intorno al centro a caccia di selfie con le star: Theo, Cancelo, Milinkovic, Ruben Neves, Malcom. Inzaghi allena qui da sei mesi e ha imparato a chiamarlo… "Paradiso", la parola magica con cui apre il suo mondo saudita fatto di corsi di inglese, un secondo posto in campionato e la vetta della Champions asiatica: "Ho vinto 13 partite di fila, mica mi rilasso…", ci dice al volo, una volta uscito in auto dall’impianto dopo l’amichevole di ieri col Neom di Christophe Galtier. La squadra di una città che devono ancora costruire. "Qui è un Paradiso, sto da dio. Nessuno vuole andarsene". Anche perché l’Al Hilal è pronto a inaugurare il nuovo centro sportivo, tirato su alla Princess Nourah University, vicino l’aeroporto, nella zona nord della città. Il quartier generale dell’Eden a tinte bianco e blu avrà due campi d’allenamento, palestra, centro fitness, centro medico e così via. Quello di oggi ha tre stadietti dove si allenano anche le giovanili. Camminando lì intorno ti imbatti in dozzine di quindicenni che si allenano a due passi dai grandi. Quando gli chiedi dov’è l’ufficio di Inzaghi ti dettano subito la via. Chi gravita intorno all’Al Hilal - addetti stampa e simili - parlucchia un po’ di italiano e ti accoglie con garbo. Chi vede Simone tutti i giorni lo descrive sereno, slegato dalle pressioni italiane. Qui il nemico, oltre il traffico, è “X”, il vecchio Twitter, raccontato come uno sfogatoio dove ti prendono di mira.
Vita a Riad
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Simone e il suo staff vivono in un “compound” a un’oretta dal centro sportivo (traffico permettendo). Un’oasi residenziale dove c’è tutto, dai supermercati alle palestre, dalle piscine agli hotel, costruito per avere qualsiasi cosa quasi a portata di mano. C’è chi si è portato la famiglia, come lui, e chi no. Lo staff è il solito: il vice Massimiliano Farris, il braccio destro Fabio Ripert - capo preparatore -, Ferruccio Cerasaro, il match analyst Enrico Allavena, Gianluca Zappalà, Riccardo Rocchini, Claudio Spicciariello e Sebastiano Siviglia, aggiuntosi in estate. Lui e Inzaghi hanno vinto Coppa e Supercoppa con la Lazio nel 2009. Anche ieri hanno lasciato il centro per ultimi dopo aver consultato i dati. L’Al Hilal giocherà il 22 dicembre negli Emirati contro lo Sharjah. In campionato è secondo dietro l’Al-Nassr di Ronaldo, contro cui giocherà a gennaio. Il club ha previsto premi in caso di vittorie di un certo tipo e non solo. Le aspettative sono alte ma Inzaghi, al netto dei 25 milioni netti l’anno, forse s’era stancato di fare come Atlante e portare pesi. Ieri, dopo aver zigzagato nel traffico, il mondo Inter s’è adagiato vicino casa sua. Chissà se ci sarà spazio per salutarsi con rispetto rispolverando un classico “C’eravamo tanto amati”.

