Jashari: "Vedrete chi sono, al Milan imparo da Modric. Allegri fondamentale per noi"

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Il centrocampista rossonero: "La gamba non mi fa più male, sono pronto. Mi manca la Champions. Scudetto? Presto per parlarne"

Andrea Ramazzotti

Giornalista

18 dicembre - 07:59 - MILANO

La frattura composta del perone destro fa parte del passato e Ardon Jashari ha voglia di prendersi quelle soddisfazioni che la prima parte della sua esperienza al Milan non gli ha regalato. Seduto sui divani dell’hotel che ospita i rossoneri a Riad, il talento svizzero che Furlani e Tare hanno strappato al Bruges parla in inglese pur capendo discretamente l’italiano. Si vede chiaramente che dentro ha il desiderio di mostrare quello che vale e spera di iniziare da stasera, dalla gara contro il Napoli, per prendersi la finale di Supercoppa di lunedì.

Jashari, come si sente adesso?

"Mi sento molto molto bene e l’infortunio fa parte del passato. Negli ultimi due mesi ho lavorato molto in allenamento e non ho avuto mai problemi. Neppure nell’amichevole giocata durante la sosta per le nazionali (con l’Entella, ndr) o in Coppa Italia contro la Lazio. La gamba non mi dà più fastidio e sono felice di questo".

L’infortunio in allenamento il 27 agosto non ci voleva.

"Onestamente, dopo un’estate nella quale la trattativa per il mio arrivo al Milan era stata lunga, avere un problema del genere non è stato il massimo. Lavoravo da tre settimane con la squadra, stavo crescendo e credo che chiunque al posto mio non sarebbe stato felice. Sfortuna... Nel calcio capita. Volevo essere in campo per aiutare la squadra e far felici i tifosi, ma non è stato possibile. Nella vita però tutto ha una ragione: vuol dire che doveva esserci anche questo stop nel mio viaggio qui al Milan".

Chi l’ha aiutata di più?

"Tutti al Milan mi hanno scritto e mi hanno fatto sentire importante: i compagni,lo staff, l’allenatore, i dirigenti... I primi tre giorni sono stati difficili dal punto di vista mentale, ma dopo ho avuto la possibilità di andare a trascorrere qualche settimana con la mia famiglia, a Zug. Con un osso rotto non potevo allenarmi e trascorrere un po’ di tempo con i miei genitori e i miei amici, senza però dimenticarmi di fare la fisioterapia mi ha aiutato: non ho pensato molto all’infortunio e mi sono rasserenato".

Poi è tornato a Milanello.

"Da metà settembre ho proseguito con le terapie con il fisioterapista David e poi ho iniziato gli esercizi prima in palestra e poi sulla sabbia e sul campo. Il ritorno in gruppo è stato l’ultimo passo".

Adesso si allena e gioca con Modric. Che calciatore è Luka? Cosa può imparare da lui?

"Giocare con lui è incredibile per tutti, non solo per me. Io occupo la sua stessa posizione e posso imparare molto: ha caratteristiche tecniche eccezionali, ma anche una personalità super che mostra anche nel modo in cui si approccia con i ragazzi. Alla sua età chi ricopre il suo ruolo di solito si è già ritirato, mentre lui lavora tutti i giorni con impegno, ambizioni, motivazioni e disciplina. Ha una mentalità vincente incredibile".

Da Rabiot, che gioca mezzala, un altro ruolo che lei può ricoprire, cosa sta imparando?

"Rabiot fin dal primo giorno ha avuto un grande impatto con la squadra ed è importante per il Milan. Per come 'legge' la partita e per come gioca a calcio. Non puoi imitarlo perché ognuno ha le proprie qualità e caratteristiche fisiche, ma da campioni come lui e Modric puoi comunque prendere qualcosa e diventare più completo".

Che allenatore è Allegri?

"Il mister è importante, ci sta sempre vicino. Avere uno come lui dà fiducia ai singoli e allo spogliatoio. Per i nostri successi è fondamentale: ha esperienza e ha lavorato con giocatori incredibili. Da uno come lui posso imparare molto".

Sa che Allegri era un centrocampista come lei?

"Lo so, era un numero 10 e per questo dico che mi può aiutare tanto".

Cosa pensa del Napoli, avversario di stasera?

"Non bisogna comparare la gara di Supercoppa con quella d’andata in campionato perché questo sarà un incontro a eliminazione diretta: chi vince va in finale... In Serie A invece, c’è tempo per rimediare a una sconfitta. Sarà tutto diverso e dovremo essere pronti. Il Napoli lo conosciamo bene: è forte e competitivo visto che ha vinto lo scorso campionato. Serviranno fiducia in noi stessi e il massimo impegno".

Contro le grandi finora avete fatto sempre bene.

"Vero, ma questo match sfugge a tutti gli schemi: sarà difficile sia per noi sia per loro".

Un giocatore del Napoli che teme più degli altri?

"Difficile dirlo. Il Napoli ha qualità in tutti i reparti, ma noi non dobbiamo pensare a chi è il più pericoloso: bisogna godersi la partita, dare il massimo e andare in finale. È un nostro obiettivo e per riuscirci dobbiamo far bene ciò che il mister ci chiede".

Ha coronato il sogno Milan. Qual è il prossimo?

"Sognavo di essere dove sono, in un grande club. Tutti sanno quanto ho voluto il Milan. Il Bruges ha avuto tanti contatti con altre società, ma io avevo le idee chiare e mi vedevo solo con la maglia rossonera. Non mi piace parlare di obiettivi da raggiungere: voglio divertirmi, dare il meglio di me e aiutare questa grande squadra che ho l’onore di rappresentare. Vediamo cosa mi riserverà il futuro".

Differenze tra la Serie A e il campionato belga?

"Sono due tornei che non possono essere paragonati. In Italia ogni partita è difficile e nasconde delle insidie. Per conquistare i punti bisogna lottare al massimo e i dettagli sono fondamentali: lo abbiamo imparato a nostre spese contro le medio-piccole".

I tifosi del Milan non hanno visto il vero Jashari, anche se quel lancio in Coppa Italia con la Lazio...

"La condizione tornerà quando giocherò con continuità. Voglio essere in fretta al top".

Quanto le manca la Champions?

"Tanto perché è la competizione più bella in Europa. Il nostro obiettivo è giocarla il prossimo anno e lavoriamo duro per questo".

Sembrano parole di Allegri... E lo scudetto?

"No, è troppo presto per parlarne. Andiamo avanti gara dopo gara e alla fine vedremo dove saremo".

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