Inter, il Barcellona fa paura: 147 reti in 50 partite. Ma dietro rischia sempre

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I blaugrana sono una macchina da gol. Lamine Yamal, Lewandowski e Raphinha: con loro i catalani in attacco sono impressionanti. Il baricentro alto però lascia chance ai rivali

Dal nostro corrispondente Filippo Maria Ricci

17 aprile - 11:53 - MADRID (SPAGNA)

Leo Messi è stato seppellito sotto una valanga di gol. Dopo 4 lunghi, mesti e faticosi anni il Barcellona ha chiuso ufficialmente il lutto aperto col lacrimoso addio dell’astro argentino nell’estate del 2021 e aspira legittimamente al suo terzo Triplete della storia dopo quelli del 2009 con Pep Guardiola e del 2015 con Luis Enrique. 

ricordi lontani

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Ecco, se prendiamo come punto di riferimento la primavera di 10 anni fa, con Lucho e il tridente Messi-Suarez-Neymar, da allora il Barça, che veniva dalla conquista di 4 Champions in 10 anni, è arrivato in semifinale soltanto nel 2019, l’anno dell’assurda “remuntada” (con u, in catalano) subita ad Anfield dal Liverpool: 4-0 dopo il rassicurante 3-0 del Camp Nou. Sei anni e cinque allenatori dopo, Flick come successore di Valverde, Quique Setien, Koeman e Xavi, i catalani si sono issati di nuovo nel Top Four continentale. Cosa che ha già portato nelle sempre bisognose casse blaugrana già 116,5 milioni di euro, e col market pool il Barça supererà il record di 117,7 milioni di incasso Champions stabilito nel 2019. 

macchina da gol

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La squadra di Flick è quella che ha fatto più gol in Champions (37 in 12 incontri, 3,08 di media), in Liga (84 in 31, 2,70 di media) e nei 5 grandi campionati europei. Le reti stagionali sono 147 in 50 partite, appena sotto i 3 di media. E a corollario dello strapotere offensivo ci sono i 32 pali colpiti nelle varie competizioni. Flick è in corsa per superare il record di reti del calcio spagnolo stabilito da Guardiola nel suo ultimo anno in blaugrana: 190 in 64 partite nella stagione 2011-12, con la mostruosità di 72 gol firmati da Messi. 

passaggio a vuoto

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È vero che negli ultimi tempi la macchina da gol ha avuto qualche passaggio a vuoto, ma resta impressionante. Il 4-0 della scorsa settimana al Borussia Dortmund è stato preceduto da due partite nelle quali il Barça ha fatto un solo gol a gara, e seguito da due partite nelle quali il Barça se l’è cavata con due autogol: quello di Jorge Sáenz ha portato tre punti preziosi a Leganes, quello di Bensebaini ha dato tranquillità a una squadra che a Dortmund, sotto 2-0 all’inizio della ripresa, rischiava di trovarsi sull’orlo di una crisi di nervi. Capita anche ai migliori attacchi di soffrire. Negli occhi però restano i numeri di un 3+1, il tridente titolare più la super riserva e nazionale spagnolo Ferran Torres, assolutamente straordinario: 40 gol e 2 assist per il 36enne ringiovanito Lewandowski, 28+22 per il miglior Raphinha di sempre, 14+18 per il minorenne Lamine Yamal. E i 16 gol di Ferran Torres. L’Inter è avvisata: le sue qualità di miglior difesa della Champions verranno testate seriamente. 

difesa alta

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Però la potenza estetica del gioco di Flick ha anche un evidente tallone d’Achille: la difesa altissima in questa stagione ha portato all’annullamento per fuorigioco di ben 32 gol agli avversari del Barça (gli ultimi due al Dortmund martedì) ma anche a notevoli patemi. I catalani difendono col blocco quasi a metà campo, e la cosa offre spazi e opportunità a chi sappia difendere in maniera aggressiva e ripartire velocemente. Le sconfitte stagionali sono 7 e anche se una sola è arrivata nelle 25 uscite del 2025, l’infortunio di Balde ha aperto una falla a sinistra. Gerard Martin non è all’altezza del compagno, così come Araujo, primo cambio in mezzo, quest’anno è la controfigura di se stesso. Balde si perderà sicuramente la finale di Copa del Rey del 26 aprile, difficile che recuperi per l’andata con l’Inter. Tra i due reparti, la magia di “Pedri Potter”: il ragazzo delle Canarie è tornato sui livelli stellari raggiunti prima di stagioni complicate da infortuni in serie e con lui tutto il Barça gira a un altro livello. A tanti ricorda Iniesta, così come Lamine Yamal fa pensare a Messi, dal quale siamo partiti. Leo non manca più, però sì che manca il Camp Nou, perché rispetto al 2010 questa nuova semifinale tra Inter e Barça si giocherà a Montjuic, uno stadio freddo dentro e fuori.

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