Inter, -3 all'esordio ma il cantiere resta aperto. Chivu: "C'è tempo, siamo in linea"

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Lunedì a San Siro arriva il Torino per la prima in A del tecnico rumeno sulla panchina nerazzurra: ecco come ci arriva la squadra, in attesa di completarsi definitivamente

Gregorio Spigno

Giornalista

22 agosto - 19:16 - MILANO

"Il mercato è aperto, c'è ancora tempo per aggiungere alla squadra i giocatori che sappiamo ma io e la società siamo sulla stessa linea: l'obiettivo è aggiungere qualità, e la carta d'identità non la guardo". Un indizio? Forse, anche se la direzione che ha preso il mercato dell'Inter vira dritta su profili "green". Ma di sicuro la prima Inter di Cristian Chivu sarà molto simile all'ultima di Simone Inzaghi. E i tifosi nerazzurri saprebbero recitarla a memoria stile Italia '82. In quel caso la "filastrocca" coinvolgeva i nomi di Zoff, Scirea, Gentile, Collovati fino ad arrivare a Paolo Rossi e Graziani. Quella nerazzurra include invece Sommer; Pavard, Acerbi, Bastoni; Dumfries, Barella, Calhanoglu, Mkhitaryan, Dimarco; Lautaro, Thuram. Peraltro la formazione schierata dall'ex Inzaghi nella disastrosa finale di Champions contro il Psg. Da quel 31 maggio, cerchiato in rosso come data maledetta sul calendario interista, sono trascorsi 83 giorni. Eppure - salvo sorprese - la squadra sarà fondamentalmente la stessa. Con una sola differenza, ovvero l'uomo in regia. Perché Hakan Calhanoglu sarà assente causa squalifica e al suo posto giocherà il nuovo acquisto Petar Sucic. 

cantiere aperto

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Per il resto, dieci-undicesimi dovrebbero essere gli stessi. Un fatto che conferma due sensazioni. La prima: l'Inter ha voluto ed è riuscita a mantenere solido il blocco degli ultimi anni. La seconda: la squadra resta un mezzo cantiere aperto, con un solo volto nuovo subito fra i titolari, un'idea tattica (il 3-4-1-2 di Chivu) ancora acerba per essere sviluppata realmente e un mercato che resta in definizione tra cessioni - Pavard, Zielinski e Taremi i profili che l'Inter sacrificherebbe volentieri - e nuovi arrivi - preso il centrocampista Diouf, manca ancora il difensore e magari negli ultimi giorni di mercato un attaccante che aggiunga fantasia al pacchetto offensivo -. "Serve gente che sa stare in un gruppo come il nostro e che ci fa crescere il livello della rosa dentro la squadra - ha aggiunto Chivu -. L'obiettivo è essere competitivi su tutti i fronti, cercando se possibile di vincere 38 partite su 38". 

gerarchie

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Josep Martinez doveva essere il portiere nerazzurro del futuro, ma il presente dice ancora Yann Sommer. Come, del resto, ad oggi rimane immutato pure il parco difensori: Pavard, se resta, si alterna con Bisseck; in mezzo Acerbi leggermente davanti a De Vrij; Bastoni intoccabile sul centro-sinistra. La (mezza) novità porta a sinistra, perché dopo la cessione di Zalewski all'Atalanta, Carlos Augusto tornerà ad alternarsi a tutta fascia con il titolare Dimarco. Sul lato opposto appare difficile che il nuovo acquisto Luis Henrique possa scalzare Dumfries dalla titolarità, e in mezzo è aumentata l'abbondanza dopo il colpo Diouf: per 3 posti (o 2, a seconda del cambio di modulo) si candidano Calhanoglu, Sucic, Barella, Frattesi, Mkhitaryan, Zielinski e proprio l'ultimo arrivato Diouf. Sostanzialmente, stesse gerarchie della scorsa stagione con la variabile francese. La vera rivoluzione si è concretizzata davanti: fuori Arnautovic e Correa, dentro Pio Esposito e Bonny. Che saranno i primi cambi di Chivu all'intoccabile ThuLa, ma per vedere l'ex Spezia a San Siro - anche lui fuori per squalifica - bisognerà attendere la seconda di campionato. Ecco perché all'esordio in Serie A del nuovo tecnico nerazzurro sulla panchina dell'Inter non si vedrà ancora il disegno definitivo che il rumeno ha in mente per la squadra. Tra esuberi (Palacios, Pavard, Zielinski, Taremi) e obiettivi (un difensore nuovo) è chiaro che sarà necessario attendere la fine del mercato.

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