La pugile algerina oro a Parigi non parteciperà al torneo in olanda, il primo dopo l'introduzione dei test genetici per determinare il sesso di atleti e atlete da parte della World Boxing. Per ora ignoti i motivi dell'assenza
6 giugno 2025 (modifica alle 10:14) - MILANO
Imane Khelif è ancora un caso. Nei giorni scorsi la World Boxing - la Federazione internazionale di pugilato che ha ottenuto il riconoscimento provvisorio del Cio - ha annunciato l'introduzione di test genetici obbligatori per determinare il sesso degli atleti. E il suo nome viene citato esplicitamente dalla stessa World Boxing in una lettera inviata alla Federazione algerina per mettere in chiaro che la 26enne pugile "non potrà partecipare nella categoria femminile all'Eindhoven Box Cup (5-10 giugno) o a qualsiasi evento World Boxing, fino a quando non si sottoporrà al test genetico sul sesso". Boris Van der Vorst, presidente della World Boxing, ha scritto successivamente alla Federazione algerina per scusarsi, riconoscendo che "la privacy dell'atleta avrebbe dovuto essere protetta". Ma il risultato non cambia. L'atleta 26enne non è al torneo in programma in Olanda fino al 10 giugno. Ma quali sono le (vere) ragioni?
Esclusa?
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Secondo quanto riportano i media locali, Khelif non si è iscritta entro i termini temporali previsti. Secondo altre fonti (ad ora non confermate) si sarebe rifiutata di sottoporsi al test genetico, mentre Dirk Renders, portavoce dell'Eindhoven Box Cup, ha confermato all'AFP che la pugile non parteciperà, aggiungendo: "La decisione sulla sua esclusione spetta alla World Boxing". Imane, lo ricordiamo, ha vinto la medaglia d'oro nella categoria pesi welter femminili alle Olimpiadi di Parigi 2024, sebbene fosse stata squalificata ai Mondiali 2023 dalla precedente federazione internazionale, l'Iba, per non aver soddisfatto i "criteri di ammissibilità".
La Gazzetta dello Sport
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