Truccarsi non è solo un gesto di
vanità, ma può essere un aiuto quando si soffre. È questa la
filosofia de 'La forza e il sorriso Onlus', associazione che da
vent'anni "propone laboratori di cura di sé, della propria
bellezza a persone che vivono una fase di malattia e sono
oggetto di una terapia oncologica". Lo spiega all'ANSA il
presidente, Paolo Braguzzi, a margine di una conferenza alla
Milano Beauty Week.
Il progetto "è nato grazie allo sforzo delle imprese
cosmetiche e di Cosmetica Italia in particolare - racconta -,
che vogliono restituire quello che le donne danno e in qualche
modo sostenerle in una fase così difficile come quella della
malattia. I laboratori prevedono la partecipazione di un beauty
coach e di uno psicologo, che aiutano le persone tenendo conto
delle criticità che la terapia può comportare. Prestare
attenzione al corpo e all'aspetto permette anche di accettare
delle cure particolarmente invasive con uno stato d'animo
diverso".
Ad oggi sono stati realizzati 5mila laboratori che hanno
aiutato 25mila donne. Ma il prossimo passo sarà ampliare il
pubblico coinvolto. "Uno dei progetti per il futuro è quello di
coinvolgere anche gli uomini, che a loro volta subiscono i
cambiamenti fisici dovuti alla malattia", prosegue. E non solo.
"Stiamo pensando a come far partecipare pure le figlie delle
persone ammalate - aggiunge Braguzzi - e, perché no, estendere
la nostra attenzione dal viso ai capelli e a quanto può
comportare la loro perdita". Il 20 e il 21 settembre i
visitatori della Beauty Week potranno partecipare a 'Beauty
Gives Back' e 'Love is in the Hair', nel corso dei quali
potranno ricevere prodotti cosmetici o trattamenti per i capelli
in cambio di una donazione a 'La forza e il sorriso'.
Nel corso del convegno è stata pure ricordata Anna Segatti,
ex presidente dell'organizzazione, scomparsa l'anno scorso dopo
una lunga convivenza con il cancro. Tra gli interventi, quello
di Rosalba Erlotti, 'ambasciatrice pink' di Fondazione Umberto
Veronesi Ets, che ha parlato di come la cura di sé le sia stata
d'aiuto "dopo la diagnosi, arrivata a 43 anni". Grazie al
progetto pink ambassador della Fondazione "ho fatto cose che
prima non facevo, come correre - ha scherzato - mi ha aiutata
tantissimo".
Ed è stata portata pure l'esperienza di Fondazione Operation
Smile, che si occupa di operare e curare in tutto il mondo chi è
affetto da labiopalatoschisi, comunemente chiamato labbro
leporino. I loro pazienti "sono persone che, oltre ad avere
difficoltà a cibarsi, hanno problemi a sorridere - ha raccontato
Marcella Bianco, direttrice generale di Fondazione Operation
Smile Italia Ets -. Nel mondo ogni tre minuti nasce un bambino
con questo problema. Lavoriamo per supportarli localmente con le
cure, ma anche formando medici sui luoghi". In alcuni Paesi i
bambini vengono esclusi dalla società per via della
malformazione. "Ho incontrato persone che hanno camminato 9 ore
per arrivare al centro di cura", ha concluso Bianco, "per questo
è necessario insegnare ai dottori sul campo a intervenire per
essere d'aiuto".
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