Evenepoel, Van der Poel, Milan, Philipsen, Merlier e Girmay, seppure in modi diversi, potranno essere protagonisti
Tutti contro Tadej Pogacar. E uno più di tutti: Jonas Vingegaard. Il Tour che scatta oggi da Lille, dove la Francia del Nord respira di Roubaix, ha un pronostico fin troppo facile, ma non c’è alcuna corsa dall’esito scontato. Lo sport tiene sempre una porta aperta alle sorprese. Figuratevi il ciclismo dei Giri di tre settimane. Il Tour, ancora una volta, ha radunato il meglio del ciclismo: da Pogacar a Vingegaard passando per Evenepoel, in chiave classifica generale, Van der Poel come leader degli attaccanti, Milan, Philipsen, Merlier e Girmay per le volate.
campioni simbolo
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Il Tour si corre da 122 anni e questa sarà l’edizione numero 112. Storicamente ci sono sempre stati cicli legati a uno o più campioni simbolo. E questa degli Anni 20, del nuovo millennio, è l’era di Pogacar e Vingegaard che hanno vinto le ultime 5 maglie gialle. Ha incominciato Tadej, nel 2020 quando Jonas non era in gara. Ha fatto bis nel 2021 davanti al danese, che ha poi conquistato le edizioni del 2022 e 2023 rifilando allo sloveno le sconfitte più brucianti della carriera. Pogacar si è rifatto, alla grande, nel 2024. E per quest’anno, chiunque segua le vicende del ciclismo sa che il grande favorito è Tadej. Al Delfinato ha spazzato via ogni dubbio. Vingegaard è ancora l’avversario numero uno e sarà interessante capire se nel duello annunciato potrà inserirsi, e come, Remco Evenepoel, l’olimpionico di strada e crono, che va ancora alla ricerca della sua vera dimensione nei Grandi Giri.
corsa a sè
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La verità è che Pogacar gioca un altro campionato. Tadej, il più antico dei fuoriclasse moderni, vince dalle Strade Bianche al Lombardia e, se ascoltasse Hinault, potrebbe tranquillamente puntare alla Tripletta Giro-Tour-Vuelta nello stesso anno. In questa stagione ha vinto praticamente tutte le corse alle quali ha partecipato a eccezione di Sanremo (terzo!), Roubaix (secondo!) e Amstel (secondo!). A 26 anni ha già 99 vittorie e potrebbe infilare la maglia gialla sopra a quella iridata, come non accade da 35 anni (dal tris di LeMond ‘90) e come erano riusciti a fare Hinault (1981), Merckx (1972) e Bobet (1955). Ecco, Pogacar è già un campione universale che si confronta con le leggende e, alla sua stessa età, soltanto Eddy Merckx aveva vinto di più.

trappole
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Gli organizzatori del Tour de France lo sanno bene e per questo hanno disseminato una serie di trappole nella prima parte di gara, come la crono di Caen il quinto giorno per Evenepoel (o Ganna?) e il Mur de Bretagne per Van der Poel nella settima. E hanno anche cambiato la liturgia della passerella di Parigi inserendo la salita di Montmartre nel giorno della conclusione. Tentativi apprezzabili, ma in mezzo ci sono i Pirenei, il Mont Ventoux e le Alpi. E sarà in montagna, come sempre, che Vingegaard giocherà le sue carte per mettere alla prova la fame del Cannibale Pogacar. E gli italiani? Saranno soltanto in 11 al via… e già questo mette tristezza. Nessuna velleità di classifica, ma coltiviamo il fiore della speranza con due olimpionici dal grande motore: il velocista Jonathan Milan e il cronoman (e potenziale attaccante) Filippo Ganna. Milan ha subito una grande occasione.
occasione milan
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Il Tour ha dedicato ai velocisti la prima tappa. Jonathan, come il gabbiano, potrebbe volare sulla maglia gialla di Lille. Potrebbe colmare un vuoto di 77 anni (Bartali nel 1948 fu l’ultimo a vincere la prima tappa in linea) per diventare subito leader come Bontempi (dopo il prologo dell’88) e come Moser (dopo la crono del ‘75). Ganna potrebbe invece credere nella gara contro il tempo e nella maglia gialla di mercoledì a Caen. Ma noi sappiamo che Filippo è molto più di uno specialista delle cronometro. Uno come lui che arriva due volte secondo alla Milano-Sanremo, battuto in entrambi casi soltanto da un immenso Mathieu Van der Poel, vale una grande tappa al Tour.