"È stato un incontro costruttivo. Come delegazione abbiamo ribadito al sindaco l'appoggio e il sostegno del Pd. Abbiamo espresso le nostre priorità, confermando al sindaco la necessità di segnali di cambiamento per rispondere ai nuovi bisogni della città. Può essere un'occasione per ripartire, investendo sul confronto serrato con la città da parte di tutto il centrosinistra, dando priorità alle sfide più pressanti che hanno investito Milano: diritto all'abitare, direzione dello sviluppo urbanistico, accessibilità, equità e città pubblica". Così in una nota il segretario del Pd di Milano, Alessandro Capelli, al termine del confronto con il sindaco di Milano, Giuseppe Sala.
Trapela ottimismo dopo l'incontro tra il sindaco Giuseppe Sala e il Pd sul futuro della giunta dopo le inchieste giudiziarie. L'accordo su come proseguire sarebbe vicino dopo la riunione in tardo pomeriggio a casa del sindaco. Domani sarà Sala a spiegare la sua linea in Consiglio comunale ma trapela ottimismo da parte del partito su come è andato l'incontro. Ci sono più speranze che il primo cittadino decida di proseguire. Per quanto riguarda il nodo di San Siro e della vendita il Pd ha ribadito il suo scetticismo a concludere l'operazione adesso, entro la fine di luglio. Sala si è preso del tempo per decidere e ci sarà probabilmente un nuovo confronto domani su questo tema. Il Pd ha ribadito che luglio non andrebbe bene come tempistica, quindi forse tutto slitterà a settembre.
È ormai tracciata invece la strada per l'assessore alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi la cui lettera di dimissioni è già pronta. Per lui la Procura ha chiesto gli arresti domiciliari, mercoledì è in programma l'interrogatorio di garanzia che sta preparando con il suo avvocato e in cui ha intenzione di chiarire la sua posizione. Ci sarà anche l'assessore in aula ma non è ancora chiaro se prenderà la parola. Ad aprire la seduta del Consiglio, che si annuncia già tesa e con le possibili proteste del centrodestra, saranno le comunicazioni del sindaco Sala che in questi giorni e ore di confronti chiede al suo partito di maggioranza relativa delle garanzie per proseguire il mandato fino a naturale scadenza nel 2027.
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Così come il Pd chiede a lui una svolta, sull'urbanistica prima di tutto, ma anche sul tema casa, sul verde, sul fatto di avere una città più a misura di classe media. Quello che è certo è che per i Dem la svolta deve iniziare dal passo indietro di Tancredi, che ha gestito tutte le partite più importanti dell'urbanistica degli ultimi anni e dopo le accuse che gli vengono rivolte non può continuare ad occupare quella poltrona. Poi si capirà se al suo posto arriverà una figura terza, non politica ma di garanzia per traghettare il Comune nell'ultima parte del mandato ad avere un nuovo Pgt, Piano di governo del territorio, e a concretizzare il Piano straordinario per la casa che prevede di realizzare su terreni del Comune 10mila appartamenti per la classe media.
Poi c'è l'operazione San Siro che ormai è a un passo dal concludersi, con il Comune che sta per vendere stadio e aree a Inter e Milan. Una trattativa estenuante che va avanti dal 2019 e che rischia di saltare a causa delle inchieste. Sala chiede garanzie al Pd per proseguire il mandato, prima di tutto che troverà l'appoggio del partito in aula per approvare la delibera sulla vendita dello stadio. Secondo la road map che lo stesso Sala aveva fissato prima dell'ennesimo terremoto provocato dalle inchieste, la delibera sulla vendita sarebbe dovuta arrivare in giunta la prossima settimana per poi convocare subito le commissioni e poi approdare in aula. L'obiettivo è quello di concludere l'operazione entro il 31 luglio, ma il Pd vorrebbe prendere tempo anche perché su San Siro c'è il faro della Procura. Quella per la vendita del Meazza è una corsa contro il tempo perché il 10 novembre scatterà il vincolo di tutela per i 70 anni del secondo anello e da quel momento lo stadio non si potrà abbattere, cosa che vorrebbero fare Inter e Milano nel loro progetto per realizzare un nuovo impianto. Sala vuole garanzie dal Pd che ci sarà unità e sostegno nel voto, anche se il partito da sempre è diviso sull'operazione.
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Nella maggioranza sono almeno cinque i consiglieri contrari alla vendita e potrebbero essere di più dopo le ultime svolte giudiziarie. Una cosa è certa, Sala non vuole tirare a campare e l'ha detto chiaro e tondo al Pd, anche perché il primo cittadino rigetta le accuse che gli vengono rivolte dai magistrati. Inoltre ha sempre difeso, da quando sono iniziate le inchieste, l'operato del Comune tanto da ribadire quando sono stati chiesti gli arresti domiciliari per Tancredi che non si riconosce nelle ricostruzioni della Procura.
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