Il centravanti per lasciare il Manchester United chiede garanzie assolute e non accetta l'idea di un affare solo a tempo
Antonio Giordano e Marco Guidi
21 agosto - 07:56 - MILANO
Rasmus Hojlund nella notte tra martedì e mercoledì ha flirtato con il Milan, che aveva aperto alla possibilità di inserire l’obbligo condizionato nel riscatto dal Manchester United dopo l’anno in prestito, ma al risveglio ha guardato più all’azzurro di Napoli che al rossonero di Milano. Lo sforzo del Diavolo, infatti, non ha ancora convinto fino in fondo l’attaccante danese, tanto che in via Aldo Rossi hanno deciso di accelerare su Victor Boniface.
Difficoltà
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Il corteggiamento del Milan per l’ex centravanti dell’Atalanta va avanti da settimane, ma non è arrivato mai a un accordo definitivo. Se la trattativa con lo United - pur non essendo stata ultimata nei dettagli -, procedeva spedita, le complicazioni sono nate proprio lato giocatore. Hojlund prima ha richiesto garanzie sul progetto, quindi ha spinto per trasformare il prestito in un trasferimento definitivo. Così, non è bastato nemmeno che i rossoneri negli ultimi giorni abbiano pensato di inserire delle condizioni per rendere il diritto un obbligo di riscatto per ottenere il sì del danese. Anche perché, nel frattempo, sul tavolo della sua agenzia è arrivata anche la proposta del Napoli. Una squadra che, a differenza del Milan, giocherà la Champions e in cui, con il brutto infortunio di Romelu Lukaku, ritiene evidentemente di avere più chance di esprimersi con continuità. Particolare importante nell’anno che conduce al Mondiale. Per quanto Massimiliano Allegri lo stimi, in un attacco con Pulisic e Leao - utilizzati da punte nel 3-5-2 visto nel precampionato - più Gimenez, Rasmus forse aveva il timore di non poter lasciare il segno, specialmente se l’operazione non fosse a titolo definitivo in un’annata con il Milan fuori dalle Coppe. La concorrenza di Lorenzo Lucca, alla corte di Antonio Conte, fa invece meno paura per una ragione fondamentale: con l’Europa, le occasioni per giocare non mancheranno di certo.
Gli azzurri
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In casa Napoli, ci sono comunque tre uomini per una maglia: uno è appunto Hojlund, che guida il gruppettino, mentre alle spalle si scorge Nicolas Jackson (24 anni) e a chiudere è spuntato da un po’ Tolu Arokodare (25 a novembre). Il danese è tormento e anche estasi, dal momento in cui Lukaku si è fatto male, però adesso pare si possa fare: se il Manchester United e il giocatore vorranno, sarà possibile inquadrare l’affare sulla base del prestito oneroso (cinque milioni) con diritto (da quantificare). I margini esistono ma la volontà del calciatore pesa e Hojlund - così come chiarito col Milan - vuole smetterla di sentirsi precario, chiede garanzie, sarebbe perfetto per lui un riscatto obbligatorio, toglierebbe pressioni e concederebbe certezze. Manna, che correndo (ma non al mercato) ci ha rimesso un tendine di achille - si è già operato e ieri era a Castel Volturno in uno di quegli appuntamenti chiamati summit - ha cominciato a lavorare ai fianchi del management del calciatore, ha raccontato loro del Napoli, delle loro bellezze e delle loro aspirazioni, e nel blablabla che serve ha ricordato che non solo c’è uno scudetto al petto da difendere, ma pure una Champions da affrontare e vivere da protagonista. Il fattore C, insomma.
Alternative
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Il Napoli ha parlato, attraverso intermediari, pure con il Chelsea, per intuire la fattibilità del prestito di Jackson. E poi, scivolando lateralmente, ha attivato contatti in Belgio, al Genk, dove gioca Tolu Arokodare, nigeriano, “fisicaccio” da urlo. Ma l’uno e l’altro, rispettosamente, stanno dietro Hojlund: la maglia, se vuole, sarà indiscutibilmente sua, dovrà metterci solo nome e numero.