Il giocoliere innamorato di se stesso. Che non divenne mai un calciatore

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Aveva un mancino da favola e un talento immenso. La versione calcistica del samba, come non si vedeva dai tempi di Garrincha. Ma Denildson restò per sempre una promessa non mantenuta. Vittima della sua stessa classe

Andrea Schianchi

6 giugno - 11:33 - MILANO

Denilson de Oliveira Araujo, o semplicemente Denilson, è una delle tante promesse non mantenute del calcio. Non proprio un maledetto, ma uno che non ha avuto la forza, e nemmeno la volontà, di coltivare il suo immenso talento, e alla fine si è perduto nell'anonimato. Ce lo ricordiamo soprattutto per uno splendido spot televisivo che la Nike mandò in onda qualche mese prima del Mondiale di Francia del 1998. Novantadue secondi di godimento puro, perlomeno per chi ama il futebol bailado e non vuole sentir parlare di moduli e di schemi, di diagonali e di ripartenze. Riavvolgiamo il nastro e troviamo Denilson protagonista assoluto di questa pubblicità: la nazionale del Brasile si trova all'interno di un aeroporto, il volo è in ritardo e, per passare il tempo, i giocatori dimostrano agli altri passeggeri che cosa si può fare con un pallone. Denilson e i suoi compagni, tra i cui Ronaldo, Roberto Carlos, Romario e compagnia bella, dribblano, calciano, ridono, piroettano e trasmettono una sensazione di allegria che è il sale di questo sport. E forse di tutti gli sport. Denilson, all'epoca diciannovenne, s'impegna a fare tunnel e a scartare tutti i passeggeri che, ignari, gli si fanno incontro. Uno spettacolo. Già, però quello è uno spot, mentre la realtà è ben diversa e racconta di un ragazzo destinato a diventare uno dei migliori giocatori del pianeta che, invece, si fermerà di fronte alle prime difficoltà, lasciando stupefatti coloro che in lui aveva creduto ciecamente e coloro che in lui avevano investito sogni e parecchi soldi. Nel giugno del 1997, dopo averlo visto in azione al Torneo di Francia che precede di un anno il Mondiale, non c'è bambino al mondo che non voglia diventare come Denilson. È l'espressione della felicità, ogni gesto è accompagnato dalla leggerezza, dalla rapidità, dall'intuizione, dalla fantasia. Gioca ala sinistra, il suo piede mancino ha qualcosa di magico, scappa agli avversari con impressionante facilità e non c'è verso di fermarlo. Pare davvero la versione calcistica del samba. A diciannove anni è già titolare nel San Paolo, regala meraviglie in giro per il Brasile e, adesso che ne ha l'opportunità, incanta anche il pubblico d'Europa. 

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