Il cda di Mps dà il calcio di inizio all'offerta pubblica di scambio su Mediobanca. Nella riunione, che si è protratta fino a tardi per trattare la lunga lista di punti all'ordine del giorno, il consiglio presieduto da Nicola Maione ha esercitare la delega, ricevuta dall'assemblea degli azionisti lo scorso 17 aprile per l'aumento di capitale da 13,19 miliardi di euro più il sovrapprezzo al servizio dell'ops su Piazzetta Cuccia. E' stato poi di fatto chiuso il prospetto informativo da inviare alla Consob che avrà 5 giorni per approvarlo. A quel punto, con le date di inizio e di fine dell'offerta, il documento, che dovrebbe essere varato a metà della prossima settimana, finirà sul tavolo del board di Mediobanca. Il cda entro 5 giorni di Borsa aperta si riunirà per diffondere il comunicato dell'emittente.
Piuttosto di una volata che potrebbe in teoria far partire l'ops già il 7 luglio, è più facile pensare a un avvio lunedì 14 luglio. Verrà fissata anche la durata: l'operazione potrebbe terminare ad agosto oppure essere tenuta aperta fino a metà settembre.
C'è in ogni caso ancora da capire chi aderirà. Dati per scontati i conferimenti dei corposi pacchetti di Delfin (19,8%) e del gruppo Caltagirone (9,9%), soci anche di Siena, e delle Casse di previdenza (5%), non è chiaro se gli azionisti che erano orientati ad astenersi all'assemblea di Mediobanca su Banca Generali, come i Benetton (2%), consegneranno le loro azioni in cambio di quelle del Monte dei Paschi.
D'altro canto, secondo indiscrezioni che non vengono commentate, Mediolanum, che fa capo non solo alla famiglia Doris ma anche ai Berlusconi, potrebbe togliersi d'impaccio sfilandosi dalla partita con la vendita della partecipazione in Mediobanca.
L'addio del gruppo e della Finprog, la holding dei Doris, entrambe presenti nel patto di consultazione con oltre il 4,4%, farebbe mancare un appoggio all'ad Alberto Nagel. Il banchiere in ogni caso è pronto a presentare venerdì mattina gli obiettivi di crescita al 2028, spostati in avanti di due anni rispetto ai target del piano al 2026 per allinearsi all'orizzonte temporale del piano di Mps e rendere più agevole un confronto fra le due opzioni. Nelle proiezioni per il prossimo triennio Piazzetta Cuccia prometterà più utili e dividendi per convincere i suoi soci a continuare a puntare sulla banca stand alone piuttosto che consegnarla a Mps.
Tanto meno nella prospettiva, aperta dal via libera incondizionato della Bce, di un risultato dell'ops con adesioni sotto la soglia del 50% più una azione. In quel caso il Monte dei Paschi non potrebbe consolidare Piazzetta Cuccia e perderebbe 2,9 miliardi di imposte differite (Dta) oltre a non realizzare 700 milioni di sinergie stimate. Sarebbe poi più complicato gestire sia la banca milanese sia la partecipazione al 13,1% in Generali, il gioiello che l'operazione messa in campo dall'istituto guidato da Luigi Lovaglio permette in ogni caso di conquistare.
Nelle diverse partite in corso del risiko bancario, sempre nella giornata di venerdì si conclude l'opas di Banca Ifis su illimity, con le adesioni balzate al 52,3%. Dopo che il socio di maggioranza di Ifis, la Scogliera, ha annunciato un premio del 5% in caso di superamento della soglia del 90%, si è sciolto il patto di consultazione sul 27,2% del capitale di illimity.
Intanto, in vista del termine dell'ops di Bper sulla Popolare di Sondrio, Unipol, azionista di riferimento della prima e di peso nella seconda, ha deciso di aderire all'offerta con il 19% detenuta nell'istituto valtellinese.
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