Il presidente uscente della Regione Eugenio Giani è il candidato del centrosinistra alle Regionali in Toscana. Lo ha indicato per acclamazione la direzione regionale del Pd, riunita stasera a Firenze nella sede di via Forlanini. La direzione è iniziata verso le 21,30 aperta dalla relazione del segretario regionale del Pd, il deputato Emiliano Fossi. Giani era presente. Al momento dell'acclamazione il primo gesto di Giani è stata una doppia stretta di mani con Fossi tra gli applausi dei membri della direzione.
Il punto di di Michela Suglia
La Toscana salva il "campo largo". E lo sblocca nelle altre regioni che andranno al voto in autunno. Con numeri stretti, il M5s da il via libera alla corsa di Eugenio Giani per un bis alla guida della regione. Così hanno scelto 1538 iscritti dei 5 Stelle locali, nel sondaggio on line voluto dalla "base" e durato 24 ore. Sono circa il 30% dei 5.202 aventi diritto al voto e chiamati a scegliere se correre da soli o in coalizione. Ma solo la metà (2.568) ha cliccato e scelto. Altri 1.030 si sono arroccati sulla corsa in solitaria.
Divisioni a parte, ora spazio a Giani. E avanti con il sogno di Elly Schlein, ferrea sponsor delle alleanze ("inclusive e competitive alla destra", come le ha definite la leader del Pd in un'intervista al Domani). Anche come prova generale del "campo largo" alle Politiche del 2027. A scrutinio concluso, il primo a dirsi "soddisfatto" è il diretto interessato: "Un risultato importante che rafforza il dialogo tra forze politiche e civiche", commenta il governatore. Il presidente uscente della Regione Eugenio Giani è il candidato del centrosinistra alle Regionali in Toscana. Lo ha indicato per acclamazione la direzione regionale del Pd, riunita stasera a Firenze nella sede di via Forlanini. La direzione è iniziata verso le 21,30 aperta dalla relazione del segretario regionale del Pd, il deputato Emiliano Fossi. Giani era presente. Al momento dell'acclamazione il primo gesto di Giani è stata una doppia stretta di mani con Fossi tra gli applausi dei membri della direzione.
Il verdetto on line archivia lo strappo minacciato dai 5 Stelle toscani pochi giorni fa. E non a caso: sono sempre stati all'opposizione del Pd, tranne a Prato. Ma uno strappo sarebbe stato quasi kamikaze per loro, si ragiona in alcuni settori del centrosinistra, visto che i sondaggi li inchiodano al 3-4% e il Consiglio regionale prevede uno sbarramento del 5%. Soddisfatto e inorgoglito del "processo decisionale ampio e trasparente" dei suoi, Giuseppe Conte raccoglie l'impegno ricevuto per "un mandato chiaro" su Giani. Ma il leader 5S sembra frenare un po' quando assicura che verificherà "con rigore che siano rispettate e messe nero su bianco le condizioni" poste dal quesito. A questo punto, il sì a Giani dovrebbe far cadere l'ultimo niet - e il più esplicito - al campo largo che ancora resisteva.
Compresa la Campania. Qui il governatore in carica Vincenzo De Luca non ha mai nascosto le perplessità su Roberto Fico, volto storico del M5s ed ex presidente della Camera che avrebbe invece il sostegno degli alleati. Ora quindi potrebbe arrivare un sì corale a Fico, al di là della tentazione di De Luca di presentare due sue liste. Meno conseguenze in Puglia, dove Conte ha dato l'ok all'eurodeputato Dem, Antonio Decaro ("Riteniamo che abbia le carte in regola", ha rimarcato l'ex premier). Il problema, per la Puglia, resta interno al Pd e chiama in causa direttamente Decaro. E' l'ex sindaco di Bari infatti a dover sciogliere le sue riserve legate a nomi di peso come Michele Emiliano e Nichi Vendola che non gli siano d'intralcio. Più in discesa sembrerebbe la partita nelle Marche, la prima delle regioni che andrà al voto a fine settembre (insieme alla Valle d'Aosta). Il match è tra il presidente uscente, il meloniano Francesco Acquaroli e Matteo Ricci del Pd che ha incassato il placet di Conte anche dopo l'inchiesta per corruzione che lo riguarda. La decisione toscana non lascia indifferente il centrodestra. A parte il nodo del Veneto, ancora aperto e intricato per il dopo Zaia, è evidente che in Toscana la coalizione sperasse (anche) nel fuoco amico del centrosinistra per strappare uno degli ultimi fortini rossi in Italia. Ha decisamente più chance in Calabria, costretta al voto dopo le dimissioni di Roberto Occhiuto, uomo forte di Forza Italia e pronto al bis. Incognite invece a sinistra. A parte la suggestione di candidare il procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, al momento per i 5S circola il nome dell'eurodeputato Pasquale Tridico o delle deputate Vittoria Baldino e Anna Laura Orrico, mentre tra i Dem, si parla del sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà.
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