Il tennista azzurro dice di aver bisogno di "un paio di giorni per riflettere senza sentire nessuno". Alcaraz gli fa i complimenti: "Immenso, sempre avuto grande rispetto per lui"
Dal nostro corrispondente Davide Chinellato
30 giugno 2025 (modifica alle 21:46) - LONDRA
Il finale perfetto non esiste, ma Fabio Fognini è quasi convinto che questa sconfitta dopo aver giocato una partita clamorosa contro Carlos Alcaraz, una in cui il 38enne ha portato al quinto set il numero 2 del mondo e due volte campione in carica sul Centrale di Wimbledon, ci vada molto vicino. “Mi prendo un paio di giorni per pensare, per capire quello che ho fatto. Da solo, senza ascoltare nessuno. E poi deciderò” dice del suo futuro. Era già sicuro che questo sarebbe stato il suo ultimo Wimbledon, la sua ultima partita nello slam sull’erba dove in carriera non è mai andato oltre il terzo turno. Potrebbe trasformarsi anche nell’ultima della sua carriera.
saluti
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“È dura, ma questo è probabilmente il modo migliore per dire addio a Wimbledon, forse anche al tennis - racconta, con gli occhi che diventano sempre più lucidi -. Ho comunque un sapore amaro in bocca, perché ho avuto le mie opportunità anche in questa partita. Sembravo in forma, non è vero? Se guardiamo il match, ho perso il primo set senza meritarmelo, poi ero sotto di un break e ho vinto il secondo. Lui ha vinto il terzo, ma ero avanti 2-1 col break e poi ho vinto bene il quarto. Poi il quinto set è stato un po’ str... Non meritavo di essere sotto 4-0, meritavo almeno un 2-2. Ma ero contro Carlitos, un campione che ha vinto due volte qui, uno che ritengo probabilmente il miglior giocatore del mondo in questo momento assieme a Jannik”. Fognini racconta di aver pianto nello spogliatoio, di essersi fatto anche una bella chiacchierata con Alcaraz, che poi dirà che Fabio lo ha “spinto al limite, perché ci sono stati momenti in cui non sapevo cosa fare in campo”. Racconta della telefonata del figlio Federico quando il sorteggio lo ha accoppiato con Carlitos, di quel “posso venire a vederti papà, tanto perdi” a cui non ha saputo dire di no. E del suo Wimbledon senza aspettative, perché “a inizio anno stavo giocando molto male dopo l’infortunio e non ho vinto troppe partite”. Gli occhi diventano sempre più lucidi, Federico è lì che lo guarda. “Adesso andiamo a farci una bella cena di sushi, poi tra qualche giorno, magari davanti a una birra o a un bel bicchiere di vino, prenderò una decisione. Gli resta l’orgoglio di aver fatto vedere a 38 anni ancora tutto quello di cui è capace, quel “bravo papà” e le lacrime col figlio Federico, gli applausi del Centrale di Wimbledon, il tempio del tennis, e di quel “ooh” dispiaciuto del pubblico quando lo speaker ha ricordato che questa era la sua ultima volta qui. E gli resta da prendere quella decisione che sembra già presa.
applausi
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Ai complimenti per Fabio si aggiungono anche quelli di Alcaraz: “Sapevo che sarebbe stato difficile contro Fabio - dice -: non importa che questo sia il suo ultimo anno, il suo ultimo torneo, Fabio ha un talento immenso e ha mostrato di poter giocare comunque il suo miglior tennis. Ci siamo parlati in spogliatoio, gli ho detto quanto rispetto ho per lui, per quello che ha fatto nella sua carriera e in questa partita. Mi è sempre piaciuto vederlo giocare e sono felice di aver condiviso il campo con lui ancora una volta. Ho grande rispetto per lui”. Così tanto da aver detto in campo di pensare che Fognini a questo livello potrebbe giocare altri 3-4 anni. Fabio sembra avere altre idee.