Il grande ex: "Sposo le idee di Baroni ma servirà regalare meno gol e che tutti raggiungano la forma ottimale"
Una domenica senza calcio, buttando un occhio magari sul Festival dello Sport di Trento in streaming, ma "è un giorno che non passa mai, è come se ci avessero tolto un pezzo di noi: stiamo sempre a lamentarci che si gioca troppo, poi in una giornata così il calcio ci manca". E allora, in una domenica dove il pallone non rotola in Serie A, con Giacomo Ferri si finisce a parlare di Toro. Di quello che è il suo primo e unico amore di tutta una vita: lui che ha cominciato da ragazzo del Filadelfia, che è poi diventato un difensore molto amato dai tifosi e che ha completato la parabola nei panni di un apprezzato dirigente. Una vita in granata.
Ferri, ripartiamo dal 3-3 dell’ultima giornata con la Lazio: che sensazione le ha lasciato il Toro?
"Ma mi faccia prima dire che il pari al 103’ è stato rocambolesco: bastava che Dembélé buttasse una sana palla in tribuna e il Toro avrebbe vinto meritamente. Poi, per risponderle, come dice mister Baroni, la sensazione che lascia il Toro è quella di una squadra che si sta plasmando e alla quale bisogna concedere un po’ di tempo. È vero che finora ha preso dei gol che si potevano evitare, ma senza quel rigore al 103’ sarebbe tornato da Roma con 6 punti tra la Roma capolista e la Lazio di Sarri".
Alla prima giornata lei ha visto Inter-Toro a San Siro, poi non si è perso le altre partite dei granata: da San Siro alla Lazio ha notato una crescita?
"Senza dubbio c’è stata, perché l’impostazione di gioco si vede. Vale però un principio generale: quando arriva un nuovo allenatore serve tempo, perché nessuno ha la bacchetta magica. Il punto è che il Toro ha bisogno di trovare un equilibrio e, cosa difficile, deve farlo il più in fretta possibile".
Gioco sì, ma i gol presi sono ancora tanti.
"Questa squadra vive di due fasi: quando è in possesso è una squadra; quando è in fase di non possesso diventa un’altra squadra e fa fatica. Baroni nasce difensore, ha giocato ad alti livelli, sono sicuro che starà lavorando molto su questo: è navigato, esperto, mi piace molto, ho fiducia in lui".
Quindi il concetto chiave è...?
"Io penso sia l’equilibrio".
È, secondo lei, un tema che tocca solo la difesa?
"Non lo è".
C’entrano i regali individuali?
"Anche, perché ci sono stati troppi errori che hanno provocato gol regalati. Ma non è questo".
E allora qual è il punto?
"Nella mia carriera ho avuto grandi allenatori e riprendo le loro idee: quando si subiscono troppi gol è perché non c’è un equilibrio tra i tre reparti, è una problematica che riguarda tutti, non solo i difensori. I primi difensori sono gli attaccanti, grazie ai quali si accorciano le distanze tra i reparti".
Nelle prime sei giornate il calendario del Toro è stato tosto, e alla prossima arriva il Napoli. Vogliamo provare a dare una giusta dimensione ai 5 punti ottenuti contro Inter, Fiorentina, Roma, Atalanta, Parma e Lazio: a inizio stagione i punti si sommano o si pesano?
"Se nelle prime sei giornate incontri tutte squadre di prima fascia, tranne il Parma, questo incide sulla classifica e lo è ancora di più perché il Toro è una squadra in costruzione. I tifosi, come me, avrebbero voluto più dei 5 punti, ma valutando gli avversari non è un bilancio negativo".
Come prevede che sarà il cammino?
"Bisogna avere fiducia, i punti arriveranno. Quando Baroni troverà l’equilibrio e la forma ottimale di tutti i giocatori, ad esempio ci sono alcuni centrocampisti non al top della condizione, il Toro diventerà una squadra interessante. Sulla carta è una bella squadra, col rientro a tempo pieno di Zapata si toglierà soddisfazioni".
Le piace un Toro con la coppia Adams-Simeone, i due 9?
"Li vedo compatibili, credo possano giocare insieme. Ricordo un anno fa, quando Adams faceva coppia con Zapata, era imprendibile perché Duvan gli portava via difensori e restava uno contro uno. Si potrebbe riproporre con Simeone".
La convince la via intrapresa da Baroni di puntare sul gioco?
"È la strada giusta, sposo la tesi di Baroni e si inserisce nel solco della ricerca dell’equilibrio. Baroni ha ragione, credo il giocare bene per il mister sia inteso anche dal punto di vista tattico, nella necessità di trovare le giuste distanze. E torniamo al tema dell’equilibrio".
Da chi aspetta un grande campionato?
"Da quando, un anno fa, è arrivato in Italia, mi ha impressionato Adams. Punto su di lui".
Quindi Simeone-Adams cosa può diventare?
"Sono un bel vantaggio per Baroni. Nel secondo tempo contro la Lazio, quando Adams è entrato e si è messo vicino al Cholito hanno fatto impazzire i difensori. Insieme possono formare una gran bella coppia, hanno potenzialità enormi. Il Toro ha una batteria di attaccanti importante".
Come la immagina la sfida col Napoli di sabato?
"Sarà un’altra partita difficile, dove sarà molto importante avere la testa ma non per 90 o per 94 minuti, ma per 100 minuti. Queste squadre, se sbagli una minima cosa, ti puniscono".