Ferrari, la grande retromarcia: nessun progresso e problemi tecnici

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 Charles Leclerc of Monaco driving the (16) Scuderia Ferrari SF-25 leads Lewis Hamilton of Great Britain driving the (44) Scuderia Ferrari SF-25 and Lance Stroll of Canada driving the (18) Aston Martin F1 Team AMR25 Mercedes on track during the Sprint ahead of the F1 Grand Prix of Brazil at Autodromo Jose Carlos Pace on November 08, 2025 in Sao Paulo, Brazil. (Photo by Mark Thompson/Getty Images)

Le parole di Elkann smentite dai risultati delle ultime stagioni Leclerc e Hamilton danno tutto ma la vettura ha difetti di fondo La Rossa non vince titoli dal 2008

Giusto Ferronato

13 novembre - 09:16 - MILANO

"Se guardiamo i nostri ingegneri, non c’è dubbio che la macchina sia migliorata. Se guardiamo il resto, non è all’altezza. Abbiamo dei piloti che è importante che si concentrino a guidare e che parlino meno". Le dichiarazioni di John Elkann hanno decisamente fatto rumore. Il presidente della Ferrari aveva parlato lunedì scorso a margine di un evento celebrativo della partnership fra il Comitato Olimpico delle Olimpiadi Invernali di Milano Cortina e Stellantis e a tre giorni di distanza non sono mancate nuove reazioni, soprattutto dall’Inghilterra (ne riferiamo a parte). A rileggere le parole del numero 1 del Cavallino, fin qui la stagione della rossa si potrebbe giudicare come un’occasione mancata da Charles Leclerc e Lewis Hamilton. 

quel gp in cina

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Ma è davvero così? Ha ragione Elkann nel sottolineare che gli ingegneri hanno messo nelle mani del monegasco e del britannico una macchina migliore rispetto al 2024? Al punto da sottolineare come dai piloti stessi ci si aspetti, in soldoni, più guida e meno parole? Se guardiamo alle prestazioni della SF-25, infatti, rispetto alle affermazioni del presidente qualche perplessità sorge. Al netto delle prestazioni di Leclerc e Hamilton, ancora a secco di vittorie, la monoposto che avrebbe dovuto lottare per il titolo si è rivelata carente nelle prestazioni e difficile da mettere a punto, nell’arco dell’intero campionato. E la riprova si è avuta praticamente subito, nel corso del GP della Cina, il secondo appuntamento della stagione. In quell’occasione Hamilton ha centrato la pole della Sprint e vinto la gara breve, fin qui la sua unica vera gioia del 2025. Ma dal punto di vista tecnico, i guai hanno iniziato a palesarsi la domenica. I tecnici del Cavallino, infatti, abbassando l’assetto alla ricerca del massimo carico aerodinamico, hanno scoperto, a proprie spese, che ne scaturiva un eccessivo consumo del pattino posto sotto la scocca della monoposto. L’irregolare usura della tavola è costata la squalifica di Hamilton per irregolarità tecnica, a cui si è aggiunta quella di Leclerc per vettura sottopeso. Elkann ha parlato di "grande delusione nel GP del Brasile". Ma quella doppia squalifica, a ben guardare, probabilmente è stata anche una pagina peggiore. A Maranello si sono amaramente resi conto che la vera sfida sarebbe stata quella di rendere la SF-25 più stabile alle variazioni di altezza del fondo dall’asfalto. E così ogni gara è diventata un rebus. Nemmeno la nuova sospensione posteriore introdotta in Belgio dallo staff tecnico guidato da Loic Serra ha risolto i problemi. 

striscia negativa

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La realtà è che questa uscita così dura nei confronti di Leclerc e Hamilton non si spiega, visto che la Ferrari non vince il titolo piloti dal 2007 e il titolo costruttori dal 2008. L’ultimo pilota campione del mondo è stato Kimi Raikkonen che l’anno successivo, assieme a Felipe Massa, ha dato il titolo marche al Cavallino. Da allora è stato un susseguirsi di cicli tecnici, cambi di piloti e di uomini per una lunga rincorsa a un risultato sempre mancato. E a volte sfuggito in modo beffardo. Come nel 2010, per esempio, quando nell’ultima gara di Abu Dhabi il muretto sbagliò strategia e Fernando Alonso, cui bastava il quinto posto, rimase bloccato in settima posizione e fu beffato dalla Sebastian Vettel sulla Red Bull per soli 4 punti. Nel 2012 l’amarissimo epilogo sempre nell’ultima gara della stagione, in Brasile. Anche in quell’occasione Alonso dovette arrendersi a Vettel, stavolta per sole tre lunghezze. Nel 2014 altri segnali di sbandamento, quando furono introdotte le power unit turbo-ibride. La Ferrari non interpretò bene il regolamento come fece la Mercedes, che inanellò un clamoroso ciclo vincente durato fino al 2021. In questo periodo ci furono l’avvicendamento alla presidenza tra Luca Montezemolo e Sergio Marchionne. Poi, dopo la scomparsa dello stesso Marchionne nel luglio del 2018, Elkann rilevò la carica. E da allora la Ferrari sta ancora aspettando un titolo. Dalla coppia Sebastian Vettel-Kimi Raikkonen, si è passati al duo Vettel-Leclerc nel 2019, poi Leclerc-Sainz dal 2021 al 2024 e ora a Leclerc-Hamilton. Nel 2019, con Elkann presidente, la Ferrari ha anche dovuto raggiungere un accordo con la Fia (i cui contenuti sono rimasti segreto tra le parti) per un presunto tentativo di aggirare i regolamenti sul flussometro e regalare alla monoposto di Vettel e Leclerc un aumento di potenza incolmabile per i rivali. Un’altra pagina da cui sono seguite due stagioni deludenti nel 2020 e 2021. Il Cavallino ne ha approfittato per provare rifarsi col cambio di regolamento tecnico del 2022. Ma dopo un inizio promettente con due vittorie nelle prime tre gare, poi la Red Bull di Verstappen ha preso il largo, con la Ferrari tecnicamente incapace di reagire. Il titolo costruttori sfiorato nel 2024 non può bastare per rendere positivo il bilancio di questa striscia di storia recente della Ferrari. «Abbiamo di fronte a noi ancora delle gare importanti e non è impossibile ottenere il secondo posto», ha aggiunto Elkann a chiusura del suo discusso intervento. Se l’obiettivo del presidente era cercare, anche in modo un po’ brusco, di spronare tutta la squadra, lo scopriremo nelle ultime tre gare e soprattutto nel 2026, quando ci sarà la rivoluzione tecnica del regolamento. L’ennesimo momento della verità (tecnici inclusi) per una Ferrari a caccia di velocità e vittorie. Forse anche di più coesione.

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