Il progettista inglese ha scelto Montecarlo per presentarsi ai box Aston Martin. Obiettivo principale, lo sviluppo della vettura per il prossimo anno
Paolo Filisetti
22 maggio - 13:36 - MILANO
Il GP di Monaco segna il ritorno di Adrian Newey al muretto dei box, con la Aston Martin, il team in cui ha iniziato ufficialmente il suo lavoro a inizio marzo dopo aver lasciato la Red Bull un anno fa. È interessante notare che il geniale progettista inglese debutta “in verde” proprio a Monaco, tracciato che per sua natura spesso non premia la migliore monoposto. In realtà si è trattato proprio di una sua precisa scelta, in quanto l’esiguità degli spazi operativi nei box monegaschi impone di fatto una coesistenza molto ravvicinata tra i vari team, dunque è considerata l’occasione migliore per chi vuole osservare da vicino lo stato dell’arte delle soluzioni adottate dai rivali, non solo per trarne ispirazione, ma anche per comprendere il trend a livello tecnico scelto dalle varie squadre in questa stagione.
ANALISI "OLD STYLE"
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Si tratta, potremmo dire, di una sorta di analisi old style, che riflette effettivamente in modo preciso il modus operandi di Newey, estremamente personale e fuori dal tempo. È noto infatti il suo costante utilizzo di un tecnigrafo per disegnare ancora su carta le monoposto in ogni particolare. Una prerogativa che di fatto richiede tre persone esclusivamente dedicate alla digitalizzazione e traduzione in CAD dei suoi disegni, ma Adrian ritiene che avere la possibilità di disegnare ed eventualmente correggere, modificando le linee dei suoi disegni durante la fase di progettazione, renda il suo processo tecnico-creativo, più veloce.
Progetto 2026
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Ritornando al suo debutto in pista in questo fine settimana, le motivazioni alla base sono ovviamente legate al progetto 2026 a cui Newey si dedica notte tempo e all’integrazione di varie componenti destinate alla vettura del prossimo anno sulla AMR25. Come lo stesso Andy Cowell, team principal Aston Martin, aveva recentemente dichiarato la monoposto di Alonso e Stroll è destinata ad assumere il ruolo di laboratorio viaggiante nella seconda parte della stagione, integrando alcune componenti destinate al 2026, ma che ha senso testare in pista anche sulla vettura attuale. Se, infatti, la cornice regolamentare 2026, sarà completamente diversa dall’attuale, sia per la power unit sia per l’aerodinamica, non mancheranno, contrariamente al pensiero più diffuso, punti di contatto tra i due concetti di vettura. Soprattutto a livello meccanico, ovvero di sospensioni. Sarà dunque interessante osservare, nella progressiva integrazione delle soluzioni 2026 sulla Aston Martin AMR25 laboratorio, quali possano essere i punti cardine del progetto di Newey per il prossimo anno. The genius is back… i rivali sono avvisati.