È morto Felix Baumgartner, noto per il salto supersonico da 39.000 metri (cioè nel pieno della stratosfera). Eroe del volo estremo, ha sfidato i limiti umani e tecnologici.

Il momento del "salto nel vuoto" di Felix Baumgartner durante la sua impresa vicino a Roswell, nello stato del Nuovo Messico, Stati Uniti, il 14 ottobre 2012.
Felix Baumgartner, celebre base jumper e paracadutista austriaco, è morto a 56 anni in un incidente di parapendio avvenuto a Porto Sant'Elpidio, nelle Marche. Secondo le prime ricostruzioni, un improvviso malore lo avrebbe fatto perdere il controllo del mezzo, causando l'impatto in una piscina privata. Per Baumgartner, che ha fatto del cielo la sua casa, si è trattato del tragico epilogo di una vita vissuta sospesa tra rischio e passione.
Il salto supersonico che ha fatto la storia
Baumgartner è entrato nella storia il 14 ottobre 2012, quando ha compiuto un salto in caduta libera da quasi 39.000 metri, cioè dalla piena stratosfera, superando la velocità del suono senza alcun mezzo meccanico. Fu parte del progetto Red Bull Stratos: stabilì record di altitudine, caduta libera e velocità (Mach 1,25), toccando i 1.357 km/h e restando per oltre 25 secondi in assenza di peso, con battito cardiaco massimo di 185 bpm.
Per la prima volta la soggettiva del volo
Lanciato dalla capsula ad alta quota, il suo salto è stato mostrato in soggettiva dalle telecamere GoPro: un'immersione nel vuoto con momenti di rotazione incontrollata, silenzio irreale e interventi del paracadute stabilizzatore. L'evento catturò l'attenzione di otto milioni di spettatori collegati su YouTube, trasformando l'impresa in un fenomeno globale.
Le tappe di avvicinamento: prove da 21.800 e 29.455 metri
Prima del lancio record, Baumgartner aveva già superato quote estreme. Il 15 marzo 2012 saltò da 21.818 metri, toccando i 572 km/h e testando tuta e parametri vitali. Il 27 luglio 2012 replicò da 29.455 m raggiungendo 862 km/h, avvicinandosi al muro del suono e dimostrando la piena affidabilità dell'equipaggiamento in condizioni limite.

Baumgartner durante i prepartivi in vista della prima traversata senza motore del Canale della Manica. L'atleta si sarebbe lanciato in caduta libera da 9.000 metri sul livello del mare, a una temperatura di -55 gradi, con soltnato un’ala in fibra di carbonio lunga 1,80 metri e il suo paracadute. © Getty Images
Le altre imprese: Taipei 101 e volo con tuta alare
Prima del 2012 Baumgartner si era già distinto per salti iconici, come quello dalla Taipei 101 nel 2003, all'epoca il grattacielo più alto del mondo. Nel 1999 attraversò il Canale della Manica con una speciale tuta alare senza motore, diventando il primo uomo a farlo in queste condizioni (vedi sopra).
Preparazione scientifica e strategia
Dietro ogni salto c'era una preparazione scientifica meticolosa, lo studio di attrezzature e tute ad alta tecnologia, calcoli meteorologici estremamente precisi. Nelle sue imprese Baumgartner non cercava soltanto i record: spesso collaborava con scienziati e medici per esplorare i limiti del corpo umano in condizioni estreme.
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