Nole alla vigilia dell'Us Open in veste di sindacalista: "Ormai si giocano 12 Slam. Molti sono contrari ai 1000 da due settimane, ma quando vogliamo discuterne non vengono"
Lorenzo Topello
23 agosto - 11:32 - MILANO
Il baseball, la rivalità Sinner-Alcaraz, un compleanno da… perdere. E soprattutto una serie di riflessioni taglienti sul rapporto fra i top player e l’intenso calendario Atp: "So che molti colleghi sono totalmente contrari a questo sistema, ma quando è il momento di impiegare tempo ed energie in incontri e riunioni, non lo fanno". Novak Djokovic dispensa spunti anche in conferenza stampa: punge, riflette, pensa a un possibile terzo incomodo fra i primi due del mondo. Alla vigilia dell’esordio allo Us Open, il serbo ha parlato a tutto campo. Anzi, ha iniziato spaziando addirittura sul baseball, perché nelle ultime ore ha effettuato il lancio d’apertura allo Yankee Stadium nella sfida fra i New York Yankees e i Boston Red Sox: “Un onore e un’emozione, eravamo in cinquantamila. Non sapevo cosa aspettarmi da un’esperienza del genere, non seguo molto questo sport. Ma di certo, dopo quell’evento, posso dire di esserne diventato un fan affezionato”.
polemica
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Poi si parla di tennis. Dell’aumento del montepremi che ha reso lo Us Open 2025 lo Slam più ricco di sempre: "Un passo verso la giusta direzione. Non si parla mai abbastanza di tutti i giocatori nel mondo che vivono grazie a questo sport. È importante che si capisca che viviamo in un mondo sportivo divenuto commerciale e finalizzato all’intrattenimento". E soprattutto di un calendario sempre più compresso, visto il progressivo allargamento a due settimane anche dei Masters 1000: "A dir la verità, per me con questa formula sono troppo lunghi. Non mi piacciono. A Cincinnati non ho voluto giocare perché volevo passare più tempo con la mia famiglia. Penso di essermi guadagnato il diritto di poter scegliere dove andare e quali tornei giocare". Segue la stoccata ai colleghi di alta classifica: "So che molti di loro si stanno opponendo a questo allungamento dei Masters 1000. Li supporto, ma alla fine della giornata i giocatori devono rimanere attivi: c’è sempre un momento in cui si può negoziare e decidere qualcosa con l’organizzazione. E questi tennisti, in particolare i top player, non partecipano abbastanza".
dodici slam
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La riflessione di Nole prosegue: “So che molti esprimono i loro sentimenti contro questo sistema, ma quando è il momento di metterci tempo ed energie in incontri e riunioni, non lo fanno. Mi rendo conto che sia difficile, credetemi, spesso c’ero, ma non lo facciamo solo per noi, ma è necessario per le future generazioni. Dobbiamo contribuire nel verso giusto. Ma non so, speriamo che possa cambiare qualcosa in futuro”. Un messaggio neanche troppo velato ai colleghi, anche se il serbo si tiene ben lontano dal fare nomi. Si limita solo a sottolineare: “Ormai i tornei del Grande Slam, da quattro, sono diventati dodici”. L’allungamento dei 1000 insomma non va giù a Djokovic che in stagione ne ha saltati diversi: non solo Cincinnati, ma anche Roma e Toronto: “Non do più la priorità al calendario, né al ranking: mi focalizzo sui tornei in cui trovo motivazione e gioia, dove mi interessa davvero trovarmi e giocare”.
sinner-alcaraz
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A proposito del calendario, c’è un evento che Djokovic spera di perdersi nel futuro prossimo: il compleanno della figlia Tara, “ma solo perché sarà il 2 settembre e spero ovviamente di trovarmi ancora qua a giocare. In realtà ci sono tante cose che poi non voglio più perdermi”. Chiusura con inevitabile domanda sulla rivalità Sinner-Alcaraz: “Per me è incredibile. Ciò che hanno fatto negli ultimi due anni è meraviglioso. Li abbiamo visti in finale al Roland Garros e a Wimbledon, sono stati appuntamenti incredibili. Quando la rivalità arriva negli sport individuali, entusiasma gli appassionati di tutto il mondo. Ci sono giovani che arriveranno sicuramente a sfidarli: Rune era lì vicino, ma ha alti e bassi, così come Fonseca. Ci sono giocatori in grado di occupare il terzo posto e mi identifico con loro, perché mi ricordano la mia storia quando mi sono trovato in quella situazione con Federer e Nadal”. E chissà che Djokovic non sogni di inserirsi un’altra volta, per concretizzare il sogno del 25° Slam.