De Zerbi: "Mi aspettavo le scuse di un Rabiot a orecchie basse. L'ha fatto solo oggi. Ma è tardi"

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Il tecnico del Marsiglia risponde agli attacchi della madre-procuratrice: "Situazione gestita male dal suo entourage. E ora è sul mercato. È dispiaciuto, gli ho ho dato un consiglio paterno e vediamo cosa ne farà"

Alessandro Grandesso

22 agosto - 14:50 - PARIGI

Una rissa da bar, da pub inglese. E nessun segno di pentimento. Anche per questo Roberto De Zerbi ha dato il via libera alla sospensione di Adrien Rabiot, dopo il litigio con Rowe di venerdì scorso, a Rennes. Ma doveva essere una sanzione temporanea e invece l'entourage del giocatore ha peggiorato tutto e si è andati verso la rottura. Questa la versione del tecnico italiano, oggi in conferenza stampa di vigilia della partita con il Paris Fc: “Non sono scandalizzato perché vengo dalla strada, ma mi sarei aspettato un Rabiot a orecchie basse e delle scuse. E le cose sarebbero rientrate nella normalità”. 

ordine

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Adesso invece Rabiot è sul mercato ed è difficile che si possa risanare lo strappo: “È venuto a parlarmi solo oggi – ha raccontato De Zerbi -, è dispiaciuto, pensa che sia stato un provvedimento troppo severo. Ma gli ho parlato come un padre. Se fossi stato suo padre avrei fatto lo stesso. Gli ho dato un consiglio paterno e vediamo cosa ne farà”. Di certo, De Zerbi non ha apprezzato la rissa con Rowe: “Mettiamo un po' di ordine – ha esordito il tecnico in conferenza stampa -, se in qualsiasi posto di lavoro due dipendenti si picchiano, che siano due camerieri, due avvocati o due operai, davanti ai capi, ci sono solo due soluzioni: la sospensione o il licenziamento. Con il presidente Longoria e il ds Benatia abbiamo deciso per la sospensione, e speravamo in un pentimento sincero e che si capisse che anche in una squadra di calcio esiste una gerarchia. È stata una scelta obbligata perché sono dovuti intervenire persino i nostri bodyguard”.

spiraglio

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Poi De Zerbi replica a Véronique Rabiot, che l'ha accusato di tradimento e di incoerenza visto che “abbaia” in spogliatoio: “Ha detto cose non vere (…), sono stato io a farlo capitano a Parigi e a interpormi ai tifosi parigini che gli tiravano le bottigliette. Sua madre dice che non gli ho dato una seconda chance come a Greenwood. Ma quelli di Greenwood erano fatti personali. Qui si parla di un comportamento sbagliato in un luogo di lavoro. È vero, abbaio, urlo in spogliatoio, ma sono il primo ad abbracciare i miei giocatori. Ho avuto più attenzione per suo figlio che per altri. Gli ho persino proposto di trasferirsi nella mia casa a Aix-en-Provence, e sarei andato in hotel. Voglio bene a Rabiot, doveva essere una decisione temporanea. Potevamo anche fare finta di niente, ma non perdo la dignità per una partita. È stata una decisione coraggiosa che approvo. Nei grandi club servono regole chiare che vanno rispettate”. Adesso la palla passa a Rabiot. Per sua madre, che gli cura la carriera, tornare indietro è impossibile. De Zerbi però lascia aperto uno spiraglio: “Rabiot è un bravo ragazzo, ma la situazione è stata gestita male dal suo entourage. Sarebbe stato normale tornare con le orecchie basse e chiedere scusa. E tutto sarebbe tornato nella normalità. Non abbiamo mai voluto una spaccatura definitiva. Adesso è possibile che parta. Non è facile giocare senza un giocatore del livello di Rabiot, ma cercheremo di completare la squadra. Ci aspettiamo 5-6 innesti da qui alla fine del mercato”.

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