De Meo: "Troppe auto vecchie, i prezzi del nuovo devono scendere. Servono le piccole"

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L'amministratore delegato del gruppo Renault in audizione alla Camera dei deputati ha puntato l'indice sull'eccessiva anzianità del parco auto europeo. "Il rinnovamento serve a ridurre le emissioni. Dobbiamo mettere in campo vetture accessibili. Il settore delle piccole auto è stato il più tartassato dalle regolamentazioni. Dal 2015 al 2030 il costo di una Clio sarà cresciuto del 40%, di cui il 90% dovuto alle normative"

Roberto Speranza

Giornalista

20 maggio - 16:45 - MILANO

Le normative europee impongono l'abbattimento delle emissioni di anidride carbonica; gli automobilisti europei comprano poche auto nuove e continuano a circolare con veicoli dell'età media di 12 anni e mezzo. La teoria della politica si scontra con la realtà delle persone. Perché non si comprano più auto nuove? Semplice, costano troppo. È su questo che si dovrà intervenire. Non è la prima volta che Luca de Meo evidenzia questa situazione. Ma ripetere aiuta. L'amministratore delegato del gruppo Renault, parlando il 20 maggio in un'audizione alla Camera dei deputati, ha citato un numero molto significativo: "Tra il 2015 e il 2030 il costo di una Renault Clio sarà cresciuto del 40%, il 90% di cui è legato alle regolamentazioni". De Meo è stato invitato a Montecitorio alla sessione del 20 maggio delle commissioni riunite Attività produttive, commercio e turismo, le quali stanno esaminando la proposta della Commissione europea per il piano d'azione industriale per il settore automobilistico. Il manager italiano ha aggiunto: "Il settore delle piccole auto negli ultimi 20 anni è stato il più tartassato dalle regolamentazioni, tanto da rendere difficile produrle. L'offerta e il segmento si riducono, il prezzo di ingresso nel mercato nel nuovo è aumentato del 60% in 10 anni". Di conseguenza si continua a circolare con veicoli vecchi. "Il parco auto deve essere più giovane, ma per fare questo la gente se lo deve permettere e dobbiamo mettere in campo vetture accessibili". La chiave è tutta qui.

prezzi, prezzi e ancora prezzi

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Non si sfugge dall'equazione prezzi alti del nuovo = parco circolante vecchio. Durante il suo intervento alla Camera, Luca de Meo ha citato uno studio guidato dal ricercatore italiano Tommaso Pardi (insieme a Marc Alochet, Bernard Jullien e Samuel Klebaner), intitolato "European regulations for an affordable sustainable (battery) electric vehicle", cioè "regole europee per un veicolo elettrico a batteria accessibile e sostenibile". Il Ceo della Renault ha rimarcato che "con un età media del parco auto di 12 anni e mezzo, in Grecia sale a 17 anni, anche dal punto di vista ambientale non stiamo facendo la cosa giusta. Il rinnovamento del parco serve a ridurre le emissioni". De Meo ha evidenziato che, secondo lo studio sopra citato, "di fatto, malgrado la riduzione delle emissioni negli ultimi 20 anni passando da euro 1 a euro 6, la massa di CO2 emessa dal trasporto è salita: per la crescita della taglia media delle vetture e perché non si comprano più le nuove. Il parco auto deve essere più giovane, ma per fare questo la gente se lo deve permettere e dobbiamo mettere in campo vetture accessibili. Dobbiamo invertire questa cosa, non ha funzionato, ma non c'è nessuno che lo vuole ammettere. È la verità, non lo dico io".

troppe norme dall'europa

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Cosa si può fare, allora? Il capo di Renault suggerisce "Una sorta di Airbus delle piccole auto elettriche". Cioè un'alleanza tra più costruttori per produrre veicoli piccoli, semplificati, con batterie meno capaci e prestazioni minori; quindi costi più bassi e prezzi accessibili per larghe fasce di acquirenti. "La capacità di fare piccole auto elettriche in Europa in modalità competitiva è un po' la mia battaglia. Se vogliamo ridurre l'impatto del trasporto non dovremmo solo viaggiare in elettrico, ibrido o idrogeno ma scegliere di viaggiare con veicoli più compatti e leggeri". Ma perché una tale strategia sia possibile è necessario togliere gli innumerevoli lacci normativi che l'Unione europea ha creato, portando fuori mercato le piccole automobili. "Da qui al 2030 vediamo circa 100 regolamenti sull'automobile e a volte non sono nemmeno tanto coordinati. A volte siamo costretti a risviluppare vetture di 7-8 anni fa, quello si mangia molto della nostra capacità di ingegneria. Chiediamo che ci sia uno sportello unico che coordini le varie regolamentazioni, perché molte volte una fa a cazzotti con le altre. Proponiamo un meccanismo di correzione continuo della traiettoria e un dialogo continuo con il settore".

collaborare sulle auto piccole

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L'espressione "economie di scala" indica l'abbassamento sostanziale dei costi di un bene quando i volumi di produzione superano un certo livello. È uno dei motivi alla base delle alleanze industriali. Il concetto dell'Airbus, dunque (L'azienda aerospaziale europea è nata dalla fusione di soggetti tedeschi, francesi e spagnoli), ben illustrato da Luca de Meo: "Siamo aperti a collaborare e disponibili a fornire tecnologia in particolare per le vetture piccole e i veicoli commerciali che richiedono grossi investimenti con margini limitati. Ci dobbiamo confrontare con dei giganti e abbiamo bisogno di costruire sistemi che hanno più economia di scala". 

il fattore cina

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La Cina corre forte. L'Europa deve sbrigarsi. De Meo lo dice chiaramente: "Quest'anno sarà fondamentale. Abbiamo una finestra di 3-5 anni per reagire alla potenza del sistema cinese che ha sviluppato una strategia industriale prima del 2015 che poneva l'automobile come una delle cinque industrie su cui puntare. L'industria dell'auto rappresenta l'8% del Pil europeo. Se la perdessimo ci metteremmo 10 anni solo per compensare la perdita. Manderemmo la bilancia commerciale in deficit strutturale. Il 30% della ricerca e sviluppo applicata in Europa viene dai costruttori e dai loro fornitori». Il problema è sempre quello dei costi. "L'elettricità costa il doppio rispetto alla Cina e tre volte rispetto agli Usa. Abbiamo bisogno di energia a prezzi competitivi, 50 euro a kW. In Francia il costo è quasi il doppio di quella della manodopera. Anche per le ricariche serve energia a prezzi competitivi. Produrre auto in Europa costa il 30% di più rispetto alla Cina che ha anche potuto contare su aiuti di Stato per 200 miliardi di euro in 10 anni. Per compensare questi costi, affrontando la perdita del potere di acquisto e dell'aumento del prezzo delle auto, servono incentivi, soprattutto sulle vetture elettriche".

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