De Laurentiis: "Kvara al Psg? Minacciati dal suo agente. Volevo prendere Gyokeres ma..."

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In un'intervista a 7 del Corriere della Sera il presidente del Napoli racconta: "Il Psg voleva sia lui che Osimhen, ma non me la sono sentita. Conte? Lo incontrai per la prima volta alle Maldive"

Salvatore Malfitano

21 agosto - 12:21 - MILANO

Cedere Kvaratkshelia e Osimehn in blocco al Paris Saint-Germain e reinvestire i fondi ottenuti per Gyokeres. A svelare il piano che avrebbe voluto attuare il Napoli un anno fa è proprio Aurelio De Laurentiis. "Alla fine del secondo anno contrattuale (del georgiano, ndr) c’è stato l’Europeo in Germania. Io, Manna e Chiavelli siamo volati a Düsseldorf per risolvere la situazione, ma Mamuka Jugeli (il suo agente, ndr) ha continuato a prendere tempo, sostenendo che Giuntoli gli avesse promesso dei soldi mai corrisposti. Una bugia, facile da verificare. Avrei potuto venderlo in quel momento: il Psg aveva offerto oltre 200 milioni di euro per il pacchetto Kvara-Osimhen. Tuttavia, avevo promesso a Conte di trattenerlo e non me la sono sentita. Con quei fondi, l’idea era di acquistare Gyokeres" ha raccontato il presidente nell'intervista che uscirà domani su 7, settimanale del Corriere della Sera. 

kvara e l'articolo 17

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"Ho dovuto cederlo perché il suo procuratore minacciava di ricorrere all’articolo 17 - ha proseguito De Laurentiis - dopo la prima straordinaria stagione di Kvaratskhelia ci siamo subito mossi per negoziare un rinnovo, aumentando il suo stipendio e proponendogli una cifra molto significativa, consapevoli che un compenso troppo basso avrebbe attirato l’interesse di molti club pronti a offrirgli contratti faraonici. Tuttavia, il suo agente aveva altri piani sia per sé sia per il giocatore". Alla fine, il giocatore è stato ceduto a stagione in corso, lo scorso gennaio, al Psg. Questo non ha impedito al Napoli di vincere comunque lo scudetto, il quarto della sua storia. Tanti meriti vanno attribuiti ad Antonio Conte, capace di risollevare la squadra dal decimo posto del campionato precedente. "Molti anni fa lo incontrai alle Maldive. Sul lavoro è instancabile, proprio come me. È chiaro che entrambi amiamo profondamente ciò che facciamo, e per me questo è fondamentale. Polemico? Io preferisco dire visionario. A 34 anni mi sentivo pronto per pronunciare la frase decisiva: 'da ora si fa come dico io'. E, tutto sommato, è andata piuttosto bene" ha concluso il presidente.

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