In attesa del recupero di Immobile, Italiano punta sull’olandese
Dice di avere le spalle larghe. E nessuna paura del domani. Beato Thijs Dallinga, l’attaccante sempre sotto esame. Esami, magari è vero che quelli non finiscono mai. Poi a un certo punto arriva pure il momento di superarli. Tocca anche a Dallinga, che con il Bologna ha messo insieme già 50 partite, un numero sufficiente a tirare le somme. I 7 gol complessivi realizzati tra l’anno scorso e l’inizio di questo campionato (in cui non si è ancora sbloccato) dicono che l’attaccante olandese deve dare di più. Se Santiago Castro si è specializzato in notti di furore e gloria, con l’Europa League punto focale di quest’annata così piena di impegni, per Dallinga il discorso è un altro. Il rientro di Ciro Immobile fa rumore. E scuote gli animi degli altri attaccanti. Con re Ciro non si può scherzare. Infatti vuole riprendersi il posto in prima fila. A farne le spese più di tutti rischia di essere proprio Dallinga, slittato indietro di una posizione nelle gerarchie delle punte da quando è arrivato l’ex Lazio. Ma Thijs ha carattere, cuore, emozione. Per la sfida di Cagliari è lui l’uomo destinato a partire dall’inizio.
miccia accesa
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La storia di Dallinga a Bologna ha tinte da acquerello: tenue ma con un certo fascino. Il suo arrivo aveva scatenato le fantasie di tutti. Dallinga bomber vero. Sì, ma a Tolosa. Con il Bologna la miccia è perennemente accesa. Eppure di bordate nella porta avversaria se ne sono viste fino a un certo punto. Tuttavia, i gol dell’anno scorso hanno avuto un peso. Come quelli messi a segno contro l’Empoli, in semifinale di Coppa Italia. O quello segnato in Champions League contro il Dortmund, unica vittoria rossoblù nella competizione che mancava da sessant’anni. C’è da dire che il palcoscenico lo esalta. Ma Vincenzo Italiano vuole di più. Tutti vogliono di più da Dallinga. In questa prima fase ha confezionato tre assist, tutti nelle ultime due giornate. Non male. E però il salto di qualità il club se lo aspetta con i gol. Giovanni Sartori, uno con l’occhio lungo, ci ha messo sopra più di una fiche: "Sarà l’anno di Dallinga" ha detto.
treno giusto
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Più che preveggenza, quello del dirigente è un indizio: a gennaio non si muoverà. Poi si sa che la Serie A è una paradosso: richiede tempo per capirla, ma non c’è tempo per sbagliare. Dallinga, in fondo, ha trovato il modo di restare attaccato al suo treno. Il primo anno, tra successi memorabili (la Coppa Italia e l’ebbrezza della Champions), è passato in archivio, adesso per Dallinga è il momento di mettere il turbo. Forse è troppo: basta una marcia alta. Per correre più veloce e finalizzare con più costanza. Ha detto di essere diverso da Zirkzee (e ha ragione), ma di trovarsi bene con Castro. Di voler vincere e convincere. "Voglio fare gol e giocare bene". Italiano vuole vedere l’attacco crescere, non di solo Orsolini e Castro si vive. Dallinga, soprattutto in campionato, è chiamato ad alzare le statistiche. Più gol, più assist, qualche sgomitata in più. In attesa del ritorno di Immobile. Dopo si vedrà.