Da contestato a... esagerato: Pavlovic ha conquistato il Milan. E adesso è intoccabile

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Il difensore serbo, lo scorso anno, ha patito tutte le difficoltà della squadra risultando fragile e insicuro. Oggi è diventato una colonna anche grazie ad Allegri

Marco Guidi

Giornalista

13 novembre - 09:28 - MILANO

D a gigante d’argilla a muro d’acciaio. Sono bastati pochi mesi a lezione dal maestro della difesa, Massimiliano Allegri, per trasformare Strahinja Pavlovic. A volte impacciato, legnoso, fuori giri al primo anno al Milan, il serbo ora non è diventato solamente un cliente complicato per gli attaccanti, ma pure una minaccia dall’altra parte del campo, come se ne è accorta di recente la Roma. Il tutto senza mai staccare: sempre titolare, sia in campionato che in Coppa Italia.

duracell

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La crescita di Pavlovic nasce, innanzitutto, dalla fiducia dimostratagli subito da Max. Nel 2024-25, l’ex Salisburgo aveva faticato da morire a trovare continuità d’impiego. Mai titolare per più di quattro partite di fila in Serie A con Fonseca, colonna solo nel finale di stagione con Conceiçao, quando il Milan passò stabilmente alla difesa a tre. Col senno di poi, una prova generale in vista di quest’annata. Nonostante i propositi estivi, infatti, Allegri nelle gare ufficiali ha sempre utilizzato il 3-5-2. Un modulo che ha esaltato le caratteristiche di Strahinja: coordinandosi con Gabbia al centro e il laterale a sinistra (Estupinan o Bartesaghi), il serbo ha potuto concentrarsi sui duelli fisici avendo più copertura e, allo stesso tempo, provare le sue classiche sortite offensive, con o senza palla. Il Milan ha così scoperto un braccetto affidabile dietro e insidioso in avanti. Max non ci rinuncia praticamente mai, se non costretto. In campionato, è stato sostituito in appena due occasioni: per infortunio all’intervallo di Milan-Bologna e sul punteggio di 3-0 la settimana successiva contro l’Udinese. Se si aggiunge anche la Coppa Italia, Pavlovic ha giocato 1.092 minuti su 1.170 totali. Nella rosa rossonera, solamente Saelemaekers è stato di più in campo, 1.095. Se ci limitiamo alla Serie A, invece, il serbo e il belga formano con Gabbia, Modric e Fofana il quintetto dei sempre titolari con Allegri.

verso il derby

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Delle cinque sfide contro l’Inter dello scorso anno, Pavlovic ne ha giocate da titolare appena due: l’1-1 del ritorno in campionato e il 3-0 rossonero nel ritorno della semifinale di Coppa Italia. Per il resto, appena un minuto in quella che è stata la sua prima stracittadina milanese (andata della scorsa Serie A, 2-1 per il Milan) e due panchine per 90’ tra finale di Supercoppa a Riad (Arabia Saudita) e andata di Coppa Italia. Il primo anno all’ombra del Duomo è stato di ambientamento, con diversi alti e bassi. Strahinja oggi è molto più a suo agio a San Siro, stadio che ha imparato ad apprezzarne i recuperi e i tackle da gladiatore, ma che ha anche festeggiato ben due gol stagionali del serbo. Nelle gare casalinghe in campionato, solamente Rafael Leao ha segnato più di lui: tre. Il segreto? Il Meazza stesso. "Con la nazionale vedrò per la prima volta Wembley (oggi, ndr), ma San Siro resta lo stadio più impressionante dove ho giocato", ha dichiarato nei giorni scorsi al canale ufficiale della federazione serba. Al centrale mancino manca, però, ancora una rete nel derby. Chissà che il 23 novembre non sia la volta buona, anche se il primo pensiero - condiviso con l’allenatore livornese - sarà mantenere al sicuro la porta di Maignan. Intanto, Pavlovic vive un momento d’oro pure fuori dal campo. Come annunciato urbi et orbi dopo l’1-0 alla Roma, con tanto di esultanza “col pancione”, ad aprile diventerà papà per la prima volta. "Una splendida notizia per me e la mia famiglia, spero che tutto resti così meraviglioso per sempre". Il gol più bello. 

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