Il fuoriclasse portoghese scioglie le riserve: "Ho avuto tante proposte, una anche dall'Argentina, ma non si può fare tutto. Io e Messi, un bel rapporto nonostante la rivalità. Ai premi che ricevevamo gli facevo da traduttore"
Dal nostro inviato Filippo Maria Ricci
7 giugno - 14:06 - MONACO DI BAVIERA
Innanzitutto la notizia: Cristiano Ronaldo non andrà al Mondiale per Club. “Ho avuto parecchi contatti, mi sono arrivate proposte che avevano senso e altre che non ne avevano, ma non si può fare tutto, bisogna pensare a breve, medio e lungo termine. La decisione è presa, ed è quella di non andare al Mondiale per Club nonostante abbia ricevuto diverse offerte”.
fenomenale
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Poi la brillante conferenza stampa del 40enne portoghese, che domani qui a Monaco giocherà la sua partita numero 221 con la nazionale guidando il Portogallo nella finale iberica della Nations League contro la Spagna. Simpatico, carismatico, umano, aperto, sincero, e anche duro contro ‘I pappagalli’ della stampa del suo Paese e protettivo contro il suo ct, ‘Al quale si è mancato di rispetto’. E potremmo continuare. Primo pensiero: peccato che abbia deciso di andare in Arabia due anni e mezzo fa. Secondo pensiero: peccato che la sua carriera calcistica stia finendo. Perché CR7 oltre a essere uno sportivo mostruoso è anche un magnifico comunicatore. Si è parlato tanto di Lamine Yamal, che ha 22 anni e mezzo meno di lui. “Il duello con lui non mi toglie il sonno. È sempre stato così nella mia carriera, ogni partita era Cristiano contro questo, Cristiano contro quello. Sono passati 20 anni e siamo ancora li, è normale, è una via per presentare e scaldare le partite da parte dei media, io offro il mio corpo come bersaglio per i proiettili, ci sono abituato. Ma il calcio è uno sport di squadra. Domani sfidiamo quella che possibilmente è la miglior nazionale del mondo, e non c’è solo Lamine. C’è Nico Williams, c’è Pedri, hanno un grande allenatore e una grande squadra. Sarà durissima”.
il rivale e il figlio
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Gli fanno notare che suo figlio Cristianinho ha 3 anni in meno di Lamine Yamal. Sta per compiere 15 anni e dovesse seguirne le orme tra due anni potrebbe trovarsi a lottare per vincere un Europeo: “Pensa te” dice Cris con espressione convinta, quasi sognante. “Può essere. E poi i due si assomigliano, hanno colori simili, sono entrambi un po’ scuri, incredibile, solo 3 anni di differenza… E ai miei figli Lamine piace, si”. Ronaldo pensa ad alta voce, riflette da padre di famiglia e vede il giovane rivale con altri occhi. “E poi parte della mia famiglia è spagnola, a questo Paese sono legatissimo, lo sapete, nutro grande affetto per la Spagna”. Affetto che il portoghese offre anche a Lamine Yamal: “Dovete lasciarlo in pace, che cresca tranquillo. Sta facendo benissimo col club e con la nazionale, due ambienti propizi per lo sviluppo delle sue qualità, che sono evidenti. Perché il mondo del calcio possa godersi un talento come il suo per tanti anni bisogna togliergli pressione, dovete aiutarlo sotto questo aspetto perché il talento davvero non gli manca”. Ovviamente si è parlato di Pallone d’Oro. “Per me i premi individuali hanno perso gran parte del loro significato, perché conosco tutto il ‘lavoro’ che viene svolto alle spalle della verità. Per me dovrebbe andare a uno che vince la Champions, poi chiaro, Lamine Yamal è un candidato a vincerlo nei prossimi 4-5 anni, come Mbappé. O Vitinha e Dembélé. Ma ripeto, per me i premi individuali non hanno molto senso”.
compagno leo
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Ultima domanda, un giornalista argentino gli chiede di Messi, e il finale è brillantissimo. Perché Cris lo guarda facendo finta di non gradire, sbuffa, s’irrigidisce. Dice che Messi oggi non c’entra nulla. Poi si allarga in un gran sorriso e da del ‘boludo’ al collega, l’espressione di amichevole e affettuoso insulto che è più argentina di Maradona. E lo fa con accento argentino. La sala stampa esplode in una risata che è un tributo a un grande istrione, un attore consumato. E dopo la gag, la risposta. Perché gli hanno fatto notare che con Leo sono stati rivali per anni ma non hanno mai giocato in insieme: “Nella vita non si può mai dire ‘non berrò da quella fonte’, è un detto portoghese, vale anche in spagnolo no? È molto difficile ovviamente, il tempo passa e non ne resta più tanto. Però io sono legato all’Argentina: mia moglie ha le sue radici li, non ci sono mai stato ma ci andrò sicuramente. Per il Mondiale per club mi ha cercato anche una squadra argentina. E sono legato pure a Messi. Abbiamo dato vita a una grande rivalità e con lui sono sempre stato bene, mi sono sempre sentito rispettato. Non so come va ora il suo inglese, ma ricordo che anni fa quando andavamo a ritirare i premi io gli facevo da traduttore, era un bel legame il nostro. Giocare insieme è complicato, ma non si sa mai”. Giù il sipario. In sala stampa per un pelo non scatta l’applauso. Cris si alza, sorride, saluta un pubblico che lo accompagna alla porta con ammirazione. Domani tornerà qui all’Allianz per la finale. Non è detto che sia l’ultima.