Coreografie da trofeo: le migliori nelle ultime dodici finali di Coppa Italia

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Da Lazio-Roma 2013 ad Atalanta-Juve 2024, un viaggio tra le coreografie più iconiche delle finali di Coppa Italia: simboli, sfottò e passione pura, in notti in cui le curve diventano protagoniste tanto quanto il pallone

Silvia Cannas Simontacchi

Non chiamatela "coppetta". Non è solo calcio giocato, un trofeo da sollevare, un gol da raccontare o una polemica da rintuzzare. La finale di Coppa Italia è anche il teatro perfetto per un altro tipo di sfida: quella delle coreografie. Un duello che si combatte sugli spalti a colpi di teloni, bandiere che sventolano e cori.

Domani sera, allo stadio Olimpico, Milan e Bologna si giocheranno il titolo sotto gli occhi di milioni di tifosi. Ma in certe notti lo spettacolo non è solo quello che si vede in campo, e chi siede sugli spalti non è solo uno spettatore, ma parte viva della storia.

In attesa di scoprire cosa metteranno in scena le tifoserie rossonera e rossoblù, abbiamo raccolto alcune delle coreografie più belle delle finali recenti.

Le migliori coreografie della finale di Coppa Italia

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Ecco cinque finali in cui le tribune hanno rubato la scena al campo.

Finale Coppa Italia, Roma-Lazio 2013

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La tensione è da derby eterno, ma moltiplicata per mille: in palio non c’è solo la Coppa Italia, ma l’egemonia cittadina, il diritto a vantarsi nei secoli dei secoli. E i tifosi, come da copione, non si fanno attendere. La Curva Sud romanista si presenta con un display imponente: bandiere giallorosse, fumogeni e uno striscione dal tono profetico — “Il nostro destino è scrivere la storia” — che invecchierà malissimo nel giro di novanta minuti. Ma è la Curva Nord a rubare davvero la scena.

I laziali si sono adoperati per mettere in piedi una delle coreografie più iconiche mai viste all’Olimpico: un muro biancoceleste dominato da una frase secca, chirurgica, definitiva — “La storia è nostra” — mentre l’intero settore si colora di azzurro e bianco con bandieroni, cartoncini e cori da pelle d’oca. Da quel giorno, ai tifosi della Lazio, basterà dire “Lulic 71” per raccontare tutto: il gol, la corsa sotto la curva, le lacrime, la festa. E per zittire ogni replica, ci saranno nuovi classici come “Coppanfaccia”, “Quanno ve passa” e l’intramontabile “Non c’è rivincita”.

Juventus-Milan 2018

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Nella finale del 2018 tra Juventus e Milan, a prendersi la Coppa saranno i bianconeri con un netto 4-0, ma sugli spalti la partita è molto più equilibrata. La coreografia juventina punta tutto sull’identità: un mosaico bianconero a righe larghe, al centro del quale spicca la coccarda tricolore. Imponente, certo, ma anche un po’ minimal. Dall’altra parte, la Curva Sud del Milan srotola davanti agli occhi di tutto il Paese una delle scenografie più riuscite degli ultimi anni: un Joker in primo piano — sguardo beffardo, sorriso tagliente — che cala un poker d’assi come a dire: “Siamo qui per giocarcela”. Un azzardo che il campo non ripagherà, ma che lascerà comunque il segno per stile, originalità e impatto visivo. Anche nella sconfitta più dura, i tifosi rossoneri dimostrano di saper tenere alto il vessillo della passione. E quella notte, almeno sugli spalti, la bellezza è tutta loro.

Juventus-Inter 2022

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Nel 2022 a contendersi la Coppa sono Juventus e Inter, Allegri contro Inzaghi, in un Derby d’Italia dove la rivalità scalda l’aria già nei giorni precedenti. A Roma, i nerazzurri vengono accolti e scortati fino all’Olimpico dai tifosi laziali, gemellati storici, mentre sugli spalti si prepara la sfida parallela. La curva bianconera punta sulla continuità: le consuete strisce verticali, eleganti e fedeli alla tradizione juventina. Ma è la Curva Nord a lasciare il segno, con una coreografia imponente.

Al centro, i due stemmi storici del club, incorniciati da un tricolore e da un cartiglio con la scritta “Inter”: un omaggio alla storia, un ponte tra generazioni, un modo per ribadire chi si è e da dove si viene. Pulita, solenne, visivamente impeccabile. In campo sarà una partita combattuta — con la vittoria ai supplementari firmata da Perišić — ma sugli spalti, il colpo d’occhio è tutto nerazzurro.

Fiorentina-Inter 2023

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Nel 2023 è ancora l’Inter a tornare all’Olimpico, stavolta per affrontare la Fiorentina. E prima ancora che inizi la sfida in campo, a rapire l’occhio è quella tra le curve. La Fiesole alza il sipario con una coreografia spettacolare e carica di simbolismo: Perseo che solleva la testa mozzata di Medusa, la cui chioma di serpenti è un chiaro riferimento all’Inter. Il tutto su uno sfondo viola acceso. Il messaggio è chiarissimo: “Siamo qui per vincere e farvi fuori”.

Una provocazione che la Nord meneghina raccoglie con classe, rispondendo con una scenografia dominata dalla Madonnina dorata, dalla croce di Milano e dai colori nerazzurri. Un’icona religiosa, civile e calcistica insieme, per ricordare che quella coppa ha radici profonde e sacre. Due visioni, due identità a confronto: arte e orgoglio da entrambi i lati, in uno dei duelli di tifo visivamente più belli.

Atalanta-Juventus 2024

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Chiudiamo con la finale più recente, quella del 2024, che ha messo Atalanta e Juventus l’una di fronte all’altra per l’ultimo atto della Coppa. In campo, due filosofie opposte. Sugli spalti, lo stesso. La tifoseria bianconera resta fedele al proprio stile provocatorio e sfodera una zebra tristellata: una frecciata neanche troppo velata all’Inter, fresca di scudetto e seconda stella. Ma è la curva atalantina — ospite d’eccezione della biancoceleste — a dominare la scena con eleganza e orgoglio.

Il profilo della Dea campeggia sugli spalti, e con le labbra sembra sfiorare la coccarda della Coppa Italia, quasi a baciarla. Colori compatti, simboli potenti, messaggio semplice. Un bacio mancato, un titolo solo sfiorato: a sollevare il trofeo sarà ancora la Juve, ma quanto a passione, stile e cuore, è la Dea a prendersi l’applauso più lungo.

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