Colombo e Camarda, piccoli diavoli: in Genoa-Lecce è sfida tra i bomber prestati dal Milan

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I rossoblù puntano forte su Lorenzo, che si gioca il posto con Vitinha. I pugliesi, senza Krstovic, si affidano al giovane talento

Filippo Grimaldi

Giornalista

23 agosto - 12:07 - GENOVA

Segni particolari per Lorenzo Colombo e Francesco Camarda: un grande avvenire dietro le spalle, il comune passato nel settore giovanile del Milan, la precocità del loro primo approccio nel calcio dei grandi (a 18 anni il rossoblù, a 15 e spiccioli l’attaccante di Di Francesco: roba da record assoluto di precocità). E, ancora, ma qui veniamo a tempi più recenti, la capacità (e la maturità) di lasciare un approdo amico - quello rossonero, appunto - per provare a volare da soli. In entrambi i casi, con il Lecce scelto per spiccare l’ultimo passo verso un futuro da predestinati. L’attaccante di Vieira era passato dalla Puglia nella stagione 2022-23, prima di dire quest’estate sì al Grifone, dove da stasera si giocherà la maglia di punta titolare con Vitinha. Viceversa Camarda, al quale lo stesso Colombo ha fatto pubblici elogi per il coraggio di avere seguito la sua stessa strada, direzione Lecce, salutando i rossoneri, avrà stasera al Ferraris un supplemento di responsabilità visto che i giallorossi hanno salutato Krstovic, passato - con una ricca dote in cambio - alla corte di Juric. Dunque, contro il 4-2-3-1 di Vieira, Di Francesco (abituato in carriera ad affrontare tante sfide in salita) affiderà le chiavi del tridente proprio al giovane ex rossonero. Un Lecce che di fatto è ancora un cantiere in costruzione: ma, è risaputo, Corvino è un maestro a scovare talenti e poi a rivenderli. Solo così si può autofinanziare un club che vuole essere economicamente sostenibile: lo stesso percorso, peraltro, che ha avviato da tempo anche il Genoa di Sucu e Blazquez. 

Le differenze

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Di natura diversa, ma il concetto di sfida accomuna il destino di Colombo e Camarda. Lorenzo mai aveva percepito intorno a sé una tale fiducia come quella che gli ha dimostrato il Genoa. La clausola che prevede l’obbligo di riscatto legata al numero di gol presenze di gol la dice lunga sulla considerazione che i rossoblù hanno per lui. Impossibile dire di no, così come troppo ghiotta era l’occasione per Camarda di prendersi il centro del palcoscenico sotto la guida del maestro DiFra, bravo con i giovani, che ritorna a Lecce con grandi ambizioni. Ci sono le condizioni, su un fronte e sull’altro, per una stagione in grado di alzare l’asticella rispetto al passato. Vieira aveva chiesto alla società una rosa più offensiva e la nutrita batteria di trequartisti che ha oggi a disposizione - alle spalle dell’unica punta, ad oggi ci sono Carboni, Stanciu e Gronbaek, con Messias e Malinovskyi prime alternative - dimostra che le sue richieste sono state esaudite. Di più: in tempi recenti il Genoa aveva sempre costruito il suo mosaico negli ultimi giorni di mercato, mentre stavolta già alla fine di luglio l’allenatore francese ha potuto iniziare a lavorare su un gruppo pressoché definitivo. E pure l’uscita di De Winter (in attesa di capire a breve il domani di Frendrup), con l’ex Ostigard già ritornato a Genova, è stata assorbita senza contraccolpi. Poi c’è l’altra faccia della medaglia, quella del Lecce, tratteggiata ieri dallo stesso Corvino: "Stiamo cercando di creare un modello Lecce - ha fatto il punto il direttore dell’area tecnica dei pugliesi -, ma non è normalità essere rimasti per il quarto anno di fila in Serie A". Quindi, è meglio godersi Camarda, senza pensare a chi oggi (Krstovic su tutti) non c’è più.

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