Cobolli, una tranquilla vigilia senza paura. Aspettando Nole...

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Per l'azzurro allenamento intenso ma all'insegna della serenità, sotto gli occhi di Volandri. E alla fine chiude con... le bocce

Paolo Ansaloni

8 luglio - 19:16 - MILANO

Disteso sull’erba dei campi d’allenamento di Wimbledon, ad Aorangi, con attorno il suo team e l’amico fraterno Edoardo Bove, Flavio Cobolli sembra davvero un giovane ragazzo in pace con se stesso. Volto sorridente, disteso, una tranquillità che si nota anche nel suo tennis. Non è una partita e di fronte non c’è Novak Djokovic, suo avversario di domani nei primi quarti di finale slam della carriera del romano, ma ogni colpo di Flavio sembra uscire vivo dalla racchetta. I movimenti del corpo sono fluidi, lineari, dritto e rovescio che filano via veloci e precisi. Papà Stefano si piazza dietro di lui e osserva. Dall’altra parte della rete c’è Alberto Cammarata, in versione sparring partner. "Non ti tiro troppo forte che non vale", gli grida ridendo Flavio. "Quando batto le mani e lui è a rete, passalo col rovescio", dice il padre allenatore. Detto, fatto. Una, due, tre volte. Si provano molte combinazioni, con un occhio particolare ai lungolinea. "Prova quello di dritto... Bene, così", grida il padre.

volandri spettatore

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Pochi metri più in alto, seduto su una panchina, c’è Filippo Volandri, commissario tecnico della squadra di Davis, che si gode l’ennesimo diamante della squadra. Edoardo Bove passeggia dietro di lui sul campo di allenamento, scherzando e ridendo con tutti. Anche lui sembra sereno, stare con Flavio gli fa bene. Dopo una buona mezz’ora a ritmo sostenuto, è il momento del relax. Flavio prova un paio di colpi a golf con la racchetta, poi è il momento delle bocce con le palline da tennis. Chi la manda più lontana alla linea fa tre flessioni. Chi ha perso? Non si dice. Poi Flavio si siede su quell’erba diventata amica improvvisa, quasi amante, una passione tennistica esplosa di botto, si scambia le impressioni della giornata d'allenamento, parlando anche di quello che lo aspetta domani. Poco più in là Novak Djokovic ha concluso il suo allenamento, giocando con il figlio Stefan a calcio, a piedi nudi sull'erba, per lui invece vecchia, carissima, fedele amica. Senza ginocchiera, anche lui felice e tranquillo per i suoi quarti di finale. Dopotutto, per Nole sarà il numero 63 della sua incredibile carriera, mentre per Flavio sarà il primo. Conterà? Forse, probabile, ma Cobolli non ha più paura.

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