Clamoroso in Brasile: si chiama Roberto Baggio, ha la 10 e segna come il Divin Codino

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In Brasile c’è un calciatore che ha il nome del Divin Codino, gioca da trequartista, indossa la maglia numero 10 e segna anche gol spettacolari

Stefano Sorce

In un ordinario pomeriggio di calcio brasiliano, tra cartellini gialli, rossi e clima disteso da Serie D, succede qualcosa che ha il sapore dell’assurdo poetico. Il match tra Brasil de Pelotas e São Luiz viene deciso da un gol all’alba del secondo tempo. Fin qui nulla di strano. Ma a firmare il tabellino è Roberto Baggio. Avete letto bene.

Il marcatore si chiama davvero così: Roberto Baggio Ribeiro da Costa, nato in Brasile il 10 gennaio 1996, ruolo: trequartista. E, come se non bastasse, gioca con la maglia numero 10. Il gol? Di pregevole fattura: controllo morbido, tocco sotto a scavalcare il portiere e palla in rete. Un gesto tecnico elegante, persino “alla Baggio”, che regala la vittoria al São Luiz e conquista il pubblico del Bentão.

Un nome, un’eredità (im)possibile

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In un mondo dove ogni dribbling è un’imitazione e ogni promessa un confronto, chiamarsi Roberto Baggio è quasi un atto di coraggio. Ma anche un omaggio. E infatti, il calciatore brasiliano – che gioca stabilmente in Serie D ma con talento da categoria superiore – ha deciso di portare con orgoglio quel nome sul retro della maglia. Con leggerezza e rispetto. Senza treccine, ma con grande personalità.

La sua carriera si è sviluppata tra club minori brasiliani, fino al recente approdo al São Luiz. Domenica ha scritto una piccola pagina di storia: ha segnato 15 secondi dopo l’inizio del secondo tempo, proprio quando il match sembrava incanalarsi verso lo 0-0.

Non sarà il “Divin Codino”. Ma è pure sempre Roberto Baggio

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Sui social, @robertobaggio_96 si racconta con citazioni bibliche, sorrisi umili e scatti in maglia rossa. Sul suo profilo si legge: "Posso todas as coisas naquele que me fortalece – Filipenses 4:13" (Tutto posso in Colui che mi fortifica). Parole semplici, ma in linea con il profilo di un ragazzo che non ha nulla del divo, e tutto del sognatore.

Nei post pubblicati dopo il gol, il São Luiz lo celebra come uomo-partita. E lui non esulta con arroganza, ma con stupore e gratitudine. Un gesto elegante, come quel tocco sotto che ha deciso la sfida.

Ovviamente nessuno pretende paragoni. Il Roberto Baggio è uno solo, ed è patrimonio del calcio mondiale. Ma che dall’altra parte del pianeta, nel cuore del Brasile, un ragazzo porti quel nome, giochi con la 10 sulle spalle e decida partite con classe… beh, è il tipo di storia che solo il calcio può scrivere. E sì, in Brasile con “Roberto Baggio” sulla maglia si può anche esultare. Magari con un sorriso in più. Magari col cuore pieno di chi ha scelto quel nome non per caso, ma per ispirazione.

Non sappiamo se papà Ribeiro fosse tifoso dell’Italia o se negli anni ‘90 abbia sognato anche lui quei dribbling contro la Cecoslovacchia. Ma una cosa è certa: quel nome, oggi, è tornato a brillare. Anche se a migliaia di chilometri di distanza.

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