Ciro Immobile: "Umile e di basso profilo ma Papa Francesco era un attaccante"

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Devoto, l'ex attaccante azzurro che ora gioca in Turchia ha incontrato il pontefice tre volte: "Ci diede la benedizione per un quarto figlio e Andrea, senza di lui, non ci sarebbe stato. Mi dispiace non poter essere a Roma per i funerali, era uno di noi"

Luca Bianchin

Giornalista

26 aprile - 07:52 - ROMA

La manina e la manona si vedono. La mano invisibile, meno. Ciro Immobile due anni e mezzo fa ha annunciato la nascita del figlio Andrea con il classico post Instagram: il lenzuolo verde dell’ospedale, la manina del neonato e la sua mano, che al confronto pare enorme. In quella foto però, non solo metaforicamente, c’è anche Papa Francesco. 

Che ricordo resta di Francesco, ora che ne dobbiamo parlare al passato? 

"Il ricordo di un giorno in particolare, in cui ci ha ricevuto. Io, mia moglie Jessica e i nostri tre figli in Vaticano. Le sale erano silenziose e i miei bambini facevano una grande confusione. Il Papa ci rivelò che quel caos da bimbi gli faceva piacere, poi ci parlò della famiglia. Ci disse 'mi piacciono tanto le famiglie numerose' e ci diede la benedizione per un quarto figlio. Quel giorno decidemmo di allargare ancora la famiglia. Andrea, senza Papa Francesco, non ci sarebbe stato". 

Quante volte vi siete visti? 

"Tre. La prima nel 2013, quando era stato eletto da poco, per l’amichevole tra Italia e Argentina. L’altra nel 2021 per la partita tra la World Rom Organization e una squadra del Papa ospitata a Formello. Francesco mi chiese di fare l’arbitro e ovviamente accettai". 

Che vi diceva? 

"Diceva che noi calciatori dobbiamo essere di esempio: in fondo, siamo personaggi pubblici. Ci parlava dell’umiltà e dei valori della famiglia, perché oggi la gente ha paura a fare figli. E questa è una enorme verità. Mi dispiace davvero tanto non poter essere a Roma (il Besiktas ha giocato venerdì sera, un 5-1 con tripletta di Immobile, ndr), sarei andato ai suoi funerali". 

Che tipo di Papa è stato? Un Papa attaccante? 

"Sì, un Papa attaccante, certo. È stato umile, di basso profilo ma… punzecchiante. Mi ha colpito la semplicità con cui ha affrontato i tanti problemi del suo papato: il Covid, le guerre. Ha cercato di dare fino alla fine un senso alla sua storia di Papa". 

Le previsioni sul prossimo Pontefice hanno davvero poco senso ma tutti, chi più chi meno, abbiamo una speranza per il successore di Francesco. Qual è quella di Ciro Immobile? 

"Ne parlavo proprio in questi giorni con la famiglia e gli amici. Credo che la Chiesa debba dare un segno, dire che la strada di Francesco era quella giusta. Mi piacerebbe che venisse scelta una persona vicina a lui, con i suoi valori". 

Quali valori? 

"Il rispetto, l’umiltà, la solidarietà verso il prossimo". 

Ma alla fine, per quale motivo Papa Francesco piaceva così tanto? 

"Perché era uno di noi".

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