Ci sono forme di vita anche nelle fosse oceaniche più profonde VIDEO

5 ore fa 1

Nelle fosse oceaniche più profonde, che sono anche fra le zone più inesplorate del pianeta, vivono specie animali che accumulano energia in modi finora sconosciuti. La  scoperta, pubblicata sulla rivista Nature, si deve alla ricerca coordinata da Xiaotong Peng e Mengran Du, entrambi dell’Accademia Cinese delle Scienze, con Vladimir V. Mordukhovich, dell’Accademia Russa delle Scienze. 

Le nuove specie sono state individuate durante la spedizione scientifica a bordo del sommergibile Fendouzhe, che ha percorso oltre 2.500 chilometri nel Pacifico nordoccidentale, lungo le fosse delle Curili-Kamchatka e delle isole Aleutine occidentali, a profondità comprese tra 5.800 e 9.533 metri.

Le nuove specie scoperte a queste profondità sono vermi tubicoli marini, ossia vermi che vivono all’interno di tubi che si costruiscono da soli, e che sono chiamati policheti siboglinidi. Sono stati scoperti anche molluschi bivalvi che sintetizzano energia utilizzando l'idrogeno solforato e il metano che fuoriescono dalle faglie della placca tettonica e che molto probabilmente viene prodotto da microrganismi che popolano la materia organica presente nei sedimenti.

E’ un esempio di come gli organismi che vivono in ambienti estremi riescano ad adattarsi per produrre energia in modi diversi. Anziché utilizzare la luce solare e la fotosintesi, a quelle profondità mai raggiunte dalla luce le nuove specie utilizzano la chemiosintesi, ossia reazioni chimiche. 
Secondo gli autori della ricerca, forme di vita come queste potrebbero essere più diffuse di quanto si pensasse finora. “Questi risultati  - scrivono - mettono in discussione gli attuali modelli di vita ai limiti estremi e del ciclo del carbonio nelle profondità oceaniche”.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Leggi l’intero articolo