Niente allarmi, ma già con la Lazio il tecnico vuole un cambio di atteggiamento rispetto a quanto mostrato nelle ultime due partite: ha chiesto ai suoi di alzare il livello di attenzione
Dicesi “strigliata”: rimprovero acerbo e severo. Cristian Chivu sa bene cosa vuol dire. Dopo la vittoria sofferta di ieri sera, un 2-1 striminzito contro i kazaki del Kairat , la Cenerentola della Champions, l’allenatore nerazzurro ha chiuso la squadra nello spogliatoio per diversi minuti e ha tirato le orecchie a tutta la rosa, nessuno escluso. Svelato il motivo del ritardo davanti alle telecamere, quindi. Prima di rimproverare i suoi ha preso un bel respiro, ha fumato le sue solite sigarette e poi ha detto ciò che doveva dire. Il tutto in uno spogliatoio tutt'altro che contento dopo i tre punti. Questa la sintesi: serve di più. Nelle ultime due sfide l’Inter ha vinto soffrendo e questo non va bene. Lo spogliatoio ha visto un Chivu duro e deluso.
metterci la faccia
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L’allenatore nerazzurro “ci ha messo la faccia”. Questo il concetto: “Io devo lavorare, non i ragazzi. Devo farlo per trovare le parole giuste e per alzare il livello di attenzione. Mi prendo questa responsabilità”. Il tutto dopo il duro discorso ai suoi. Chivu ha fatto leva sull’approccio. Carlos Augusto e Dimarco, infatti, hanno ammesso di “aver sottovalutato il Kairat”, planato a Milano dal Kazakistan per fare la partita della vita. L'allenatore non vuole una squadra seduta, bensì un’Inter battagliera soprattutto in gare apparentemente semplici. Ha chiesto meno superficialità e più attenzione da parte dei singoli. Pretende attenzione ai dettagli e di non sottovalutare nessuno. Un’altra parola su cui ha fatto leva è stata “frenesia”, ribadita anche in sala stampa. Quando gli hanno chiesto di Lautaro, ha detto che “tutta la squadra è stata frenetica”, non solo l'argentino. "Mi prendo i tre punti". Questo il messaggio di Chivu, felice solo a metà. Contro la Lazio servirà un cambio di passo netto.



