Chi è Gian Marco Chiocci, un 'marziano' a Viale Mazzini

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Sulla tolda di comando del Tg1, la nave ammiraglia della flotta dell'informazione Rai, arriva il 25 maggio 2023, forte di un curriculum punteggiato da scoop e inchieste - Affittopoli su tutte - e con l'imprimatur della premier Giorgia Meloni, che ora lo vorrebbe accanto a sé come portavoce. "Un marziano" a Viale Mazzini, si è definito Gian Marco Chiocci in una recente intervista al Messaggero, perché la Rai "è un mondo a parte, ha regole e riti che non esistono altrove". Qui ha imparato a confrontarsi con "la burocrazia, i sindacati e le cordate di vario tipo e colore”, ma anche con "inefficienze insostenibili e privilegi inaccettabili". Obiettivo rivendicato, "fare buona informazione".

A pochi mesi dalla nomina, il 1 novembre, Chiocci mette a segno un'intervista esclusiva a papa Francesco, che spazia dalla guerra in Medio Oriente al conflitto in Ucraina, dal bilancio del Sinodo al ruolo delle donne nella Chiesa. In primo piano anche la questione migranti e l'emergenza climatica, senza dimenticare il privato del pontefice: risultato, 4,5 milioni di telespettatori, con uno share del 21.7%. Ma l'intervista più citata in queste ore febbrili di indiscrezioni resta quella del 4 settembre scorso all'allora ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, nel pieno dell'affaire Boccia: un ricco lancio nei titoli dell'edizione serale, poi a seguire quindici minuti di colloquio, anche in questo caso con il benestare di Palazzo Chigi.

Davanti alla tv ci sono 3 milioni 211mila spettatori pari al 18.57%. Sangiuliano si dimetterà pochi giorni dopo. In questi anni il Tg1 finisce però spesso anche nel mirino dell'opposizione, che punta il dito contro 'Telemeloni' e lamenta la crisi di ascolti: l'ultima occasione è il sorpasso compiuto dal Tg5 nell'edizione delle 20 del 28 agosto, questione "da portare in Vigilanza", secondo i dem. Ma lui per tutta risposta cita i dati dell'Osservatorio di Pavia, "siamo il tg più equilibrato della Rai". Romano, classe 1964, figlio d'arte - il padre è Francobaldo, inviato del Giornale e del Tempo - Chiocci inizia alle Gazzette toscane di Longarini, poi le prime esperienze al Tempo, in Abruzzo, a Latina, a Frosinone per approdare poi a Roma a occuparsi di cronaca giudiziaria e di inchieste su nera, sanità, sport.

Nel 1994 passa all'Informazione di Mario Pendinelli, ma il foglio ha vita breve. Vittorio Feltri lo chiama allora al Giornale dove resterà per circa vent'anni, firmando tra l'altro l'inchiesta su Affittopoli - incentrata sulle case di enti previdenziali concesse a prezzi stracciati a politici, sindacalisti, ministri, giornalisti - e seguendo diversi casi di cronaca giudiziaria, come il crac Parmalat e la vicenda Mps. In poco tempo diventa il più giovane inviato speciale del quotidiano milanese. È sua, nel 2010, l'inchiesta sulla casa di Montecarlo di Fini e Tulliani. Nel 2013 l'editore del Tempo, Domenico Bonifaci, lo richiama come direttore del quotidiano dove Chiocci aveva iniziato vent'anni prima: al giornale di Piazza Colonna Chiocci lascia il segno con inchieste, copertine e innovazioni come il lancio del vignettista Osho. N

el 2018 è indagato per favoreggiamento dell'ex Nar Massimo Carminati nell'ambito dell'inchiesta Mondo di Mezzo. "Sono allibito", il commento di Chiocci, assolto l'anno successivo perché "il fatto non sussiste". Intanto diventa direttore di Adnkronos. Il 30 ottobre 2020, in piena pandemia, è autore di una storica intervista a Papa Francesco. Tra i riconoscimenti ricevuti, il Premio Sulmona di giornalismo 2015, per la sezione Carta stampata e web.

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