Caso Vlahovic, i meriti di Tudor. Juve, perché non gli hai rinnovato il contratto?

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A differenza di Lookman con l'Atalanta, il comportamento del serbo è stato impeccabile. E ora i bianconeri rimpiangono il mancato prolungamento

Stefano Agresti

Giornalista

18 settembre 2025 (modifica alle 09:51) - MILANO

Quanto sta accadendo tra Vlahovic, Tudor e la Juve non è normale o, quanto meno, non è scontato. Nel mondo del calcio, almeno. C’è un giocatore che, nonostante abbia il contratto in scadenza, si è messo anima e corpo al servizio della squadra che sta per lasciare. E c’è un allenatore - chiaramente sostenuto in questa sua scelta dalla società - che sta utilizzando il calciatore in base a decisioni tecniche e non a situazioni contrattuali. Cosa c’è di strano?, direte. Già, tutto potrebbe apparire normale, scontato: Vlahovic è pagato per giocare e la Juve, che lo paga, intende ottenere il massimo da quel suo dipendente, tanto più che Tudor lo sta sfruttando alla perfezione. Solo che nel calcio spesso accade esattamente il contrario: calciatori sotto contratto che non tengono in considerazione gli obblighi nei confronti dei loro club, società che mettono all’angolo chi non vuole rinnovare il contratto, allenatori che si piegano a certe indicazioni dei dirigenti.

lookman

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Prendete Lookman, ad esempio: ha ancora due anni di contratto con l’Atalanta e guardate come si sta comportando, mette in difficoltà la società che lo ha preso e valorizzato, crea problemi all’ambiente e all’allenatore. Un disastro. Vlahovic, al contrario, non solo non ha saltato un allenamento o acceso una polemica, ma quando viene mandato in campo dà sempre la sensazione di voler spaccare il mondo, di essere pronto a tutto per aiutare la squadra. E’ così che ha riconquistato i tifosi bianconeri, in estate maldisposti nei suoi confronti. Vogliamo chiamarla professionalità? Forse è perfino eccessivo perché un comportamento del genere dovrebbe essere scontato, naturale. Forse è sufficiente dire che Dusan è un ragazzo serio oltre che un grande centravanti. Grande, sì, anche se alla Juve non lo ha dimostrato sempre e non ha avuto un rendimento continuo.

tudor

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Poi c’è Tudor che è un elemento importante, anzi decisivo in questa storia. Nell’estate del 2024 la Juve aveva messo all’angolo - diciamo così - i calciatori in scadenza di contratto, da Chiesa a McKennie. Un modo per far capire che sarebbe stato meglio, per loro, trovare un’altra squadra oppure rinnovare il contratto, perché altrimenti di spazio in bianconero non ne avrebbero trovato. Questa estate, invece, la scelta è stata differente e l’allenatore è stato abilissimo a sfruttarla, mostrando idee chiare e personalità: Vlahovic gli serve, è probabilmente il miglior centravanti che abbia la Juve, più di David, più di Openda, e Tudor ha deciso di puntare su di lui come e quanto lo ritiene opportuno, senza tenere conto che da gennaio il serbo sarà nelle condizioni di firmare per un altro club senza portare un euro nelle casse bianconere.

Juventus’ head coach Igor Tudor during the Uefa Champions League soccer match, between Juventus and Borussia Dortmund at the Allianz Stadium in Turin, north west Italy - Tuesday, September 16, 2025. Sport - Soccer (Photo by Marco Alpozzi/Lapresse)

rimpianto

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Certo, osservando Vlahovic in questo avvio di stagione la Juve non può non avere rimpianti. Nel corso degli ultimi anni c’è stato un momento, anzi ci sono stati diversi momenti, nei quali la società bianconera avrebbe potuto rinnovare il contratto a Vlahovic. Ci ha provato ma non ci ha mai creduto davvero e non ha mai affondato il colpo: ha ritenuto le richieste eccessive, probabilmente ha pensato che non valesse la pena investire tanto denaro per l’ingaggio di un calciatore che a qualche dirigente non sembrava così importante. In questo modo ha preparato l’addio di un campione che rappresentava un elemento di forza - tecnica e anche patrimoniale - per la Juve. Adesso Vlahovic è destinato a cambiare aria e i quattro gol che ha segnato finora tra campionato e Champions sono visti con gioia ma anche con un filo di inevitabile malinconia dal mondo bianconero. Tudor però va avanti per la sua strada, senza curarsi di contratti e rimpianti: l’allenatore vuole vivere un grande presente nella Juve e con Dusan in campo è certamente più facile.

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